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× Nomi Simenon, Georges

Trovati 190 documenti.

Cargo
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Simenon, Georges

Cargo

Adelphi, 16/01/2012

Abstract: Fin dall'inizio tutto accade come in un incubo. E proprio come in un incubo Joseph Mittel viene travolto da eventi che non controlla, e il cui senso gli è oscuro: prima la fuga da Parigi insieme a Charlotte, la sua compagna, che in nome dell'"Idea" ha ucciso il commerciante che la manteneva e che le aveva rifiutato il denaro per finanziare il loro mensile anarchico; poi l'arrivo a Dieppe, dove Mittel precipita "in un universo incoerente, buio e fradicio"; e per finire l'imbarco, in piena notte, sul "Croix-de-Vie", che nella stiva trasporta un carico di mitragliatrici destinate a un gruppo rivoluzionario ecuadoriano. Qui al ragazzo toccherà lavorare come fuochista, mentre il comandante Mopps fa di Charlotte la propria amante. Ma questo sarà, appunto, solo l'inizio: a Panama, Mittel e Charlotte scopriranno che la donna è stata colpita da un mandato di cattura internazionale e saranno quindi costretti a proseguire il viaggio verso il Sudamerica, dove nel frattempo la rivoluzione è fallita e delle mitragliatrici del comandante Mopps nessuno ha più bisogno – mentre lui, Mopps, non riesce più a fare a meno di quella puttanella di Charlotte... Joseph Mittel si lascerà così trascinare da un continente all'altro nella costante, illusoria speranza che da qualche parte le cose possano assumere una forma, che lui stesso possa finalmente non essere più soltanto il gracile, solitario figlio del grande Mittelhauser, il "martire" anarchico che si era tagliato le vene in carcere quando lui aveva due anni e la cui ombra gigantesca lo ha sovrastato per tutta la vita. In questo romanzo, scriveva André Gide, "non c'è assolutamente nulla che appaia inutile, nessun episodio, nessun dialogo, nessuna descrizione del paesaggio che non abbia una sua precisa funzione". Perfettamente a suo agio nelle avventure di mare non meno che in quelle dell'anima, Simenon dà l'ennesima prova della sua grandezza di narratore.

L'orologiaio di Everton
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Simenon, Georges

L'orologiaio di Everton

Adelphi, 16/01/2012

Abstract: Un sabato sera del tutto uguale agli altri, tornando a casa dopo la solita partita a jacquet con l'amico Musak (uno dei riti capitali della sua esistenza monotona e ripetitiva), Dave Galloway scopre che il figlio Ben se n'è andato, portandosi via il furgone e senza avergli scritto neanche due parole di addio – esattamente come, quindici anni e mezzo prima, se n'era andata la madre di Ben, lasciandosi dietro una scia di profumo volgare, un vecchio paio di scarpe e un bambino di pochi mesi. Su quel bambino il padre si era chinato aspirandone l'odore tiepido "di pane appena sfornato" – e da allora aveva vissuto soltanto per lui. Ogni attimo della sua vita. La notte come il giorno. "Sei felice, Ben?" gli chiedeva, più spesso di quanto avrebbe dovuto, e alla sua risposta affermativa insisteva: "Lo sai che sono tuo amico, vero, Ben?". Ma sì, Ben sembrava felice: era un bravo ragazzo, un alunno modello; forse solo un po' chiuso, un po' malinconico. Sulla madre non aveva mai fatto domande.Quando gli viene detto che Ben è scappato con una ragazzina di quindici anni, Lillian, che insieme hanno ucciso un uomo e stanno fuggendo lungo le strade del Middle West inseguiti dalle polizie di cinque Stati, Dave comincia a domandarsi che cosa sa di suo figlio, e del proprio essere stato figlio. Dopo l'arresto Ben si rifiuterà di vedere il padre, ma Dave deciderà di rimanergli ugualmente accanto: perché nel figlio ha riconosciuto quello stesso desiderio di ribellione che appartiene anche a lui, ed è appartenuto a suo padre, quel rifiuto dei limiti che è "il segreto degli uomini" – degli uomini che lo soffocano come di quelli che un giorno varcano la linea di confine. Quel segreto di cui forse Dave sarà ora capace di parlare a suo figlio, e al figlio di suo figlio che Lillian sta per mettere al mondo.

La camera azzurra
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Simenon, Georges

La camera azzurra

Adelphi, 16/01/2012

Abstract: "Sei così bello" gli aveva detto un giorno Andrée "che mi piacerebbe fare l'amore con te davanti a tutti, in mezzo alla piazza della stazione...". Quella volta Tony aveva accennato un sorriso da maschio soddisfatto: perché era ancora soltanto un gioco, perché mai nessuna donna gli aveva dato più piacere di lei – "un piacere assoluto, animalesco, senza secondi fini, e mai seguito da disgusto, disagio o stanchezza". Del resto, era stata lei a tirarsi su la gonna e a invitarlo con la sua voce roca, la prima volta, a prenderla in mezzo all'erba e alle ortiche che costeggiavano la provinciale: dopo, lui aveva colto nei suoi occhi un'espressione di trionfo. E anche quel 2 agosto, quando lei gli aveva chiesto (avevano appena fatto l'amore, nella camera dell'Hôtel des Voyageurs che da un anno accoglieva i loro incontri clandestini): "Se io mi ritrovassi libera... faresti in modo di renderti libero anche tu?", lui non aveva dato peso a quelle parole, quasi non le aveva udite. Solo più tardi avrebbe compreso l'oscura minaccia che nascondevano. Ancora una volta, nel suo stile asciutto, rapido, implacabile, Simenon ci racconta la storia di una passione vorace e devastante, che non arretra davanti a nulla. Nemmeno davanti a un doppio delitto. Terminato a Noland nel giugno del 1963, "La chambre bleue" apparve a stampa l'anno seguente.

La pazza di Itteville
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Simenon, Georges

La pazza di Itteville

Adelphi, 16/01/2012

Abstract: Prima di individuare nel commissario Maigret il personaggio che lo avrebbe accompagnato fino al 1972, Georges Simenon ha "testato" parecchi altri detective destinati alla serialità. Uno di questi è l'ispettore G.7, che a Maigret non somiglia affatto: ha trent'anni, i capelli rossi, l'aria timida; e guida la macchina. In questo racconto il giovane ispettore si trova a dover risolvere una faccenda piuttosto intricata, in cui ci sono cadaveri che vengono sostituiti e poi scompaiono, e soprattutto c'è una misteriosa ragazza, bionda, bella e un po' folle.

Il gatto
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Simenon, Georges

Il gatto

Adelphi, 16/01/2012

Abstract: Da anni, ormai, Émile e Marguerite non si rivolgono più la parola, e comunicano solo attraverso laconici, ma non per questo meno crudeli, bigliettini. Del resto, niente li predisponeva a formare una coppia armoniosa: lei è magra, pallida e impettita; lui tarchiato e sanguigno; lei ha alle spalle gli splendori di una famiglia dell'alta borghesia caduta in rovina e il ricordo di un primo marito musicista; lui viene dalla banlieue operaia, e nel suo passato ci sono le balere in riva alla Senna e una moglie allegra e polposa morta troppo presto. Lei detesta l'odore del sigaro toscano e i modi rozzi dell'uomo; lui trova irritanti le leziosità della donna. L'odio ha preso corpo in un momento preciso, quando Émile si è convinto che sia stata Marguerite a uccidergli l'amatissimo gatto – e si è vendicato sul pappagallo da lei prediletto. Un odio che da allora li lega indissolubilmente ed è diventato, come ha scritto Benoît Denis, "un sentimento puro, senza ombre e senza contaminazioni", del quale non possono fare a meno, perché è per entrambi l'unica barriera contro la morte.

Luci nella notte
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Simenon, Georges

Luci nella notte

Adelphi, 16/01/2012

Abstract: Quarantacinque milioni di auto. Tante ne sono previste sulle strade americane in questo primo week-end di settembre. Come altre migliaia di newyorchesi, Steve e Nancy Hogan partono per il Maine, dove i loro due figli hanno trascorso le vacanze in un campeggio chiamato Walla Walla. Una coppia come tante, con una bella casa a Long Island e un più che discreto tenore di vita. Ma anche con la rabbiosa scontentezza di un amore logorato dai risentimenti. Né l'uno né l'altro sospettano che questa volta il ponte del Labor Day segnerà nella loro esistenza una svolta drammatica, e al tempo stesso, forse, l'inizio di una sorta di palingenesi: perché fin dal pomeriggio Steve è, come dice lui, "entrato nel tunnel", ha cioè cominciato ad affogare nell'alcol le sue insoddisfazioni e le sue viltà; e perché in quelle stesse ore dalla prigione di Sing Sing è evaso un uomo, e il destino ha deciso che la sua strada incroci la loro.Una macchina anni Cinquanta, una coppia sull'orlo della crisi, New York che si allontana nel retrovisore, il neon azzurro e rosso delle insegne dei bar, il whisky, l'asfalto, la musica jazz in sottofondo, la minaccia incombente della violenza: Simenon utilizza tutti gli elementi canonici del noir americano rinnovandoli e rivivificandoli come lui solo sa fare.Scritto a Lakeville, nel Connecticut, nel luglio del 1953, e apparso quello stesso anno, Luci nella notte è, come scrive Michel Carly, "un puro capolavoro americano".

L'impiccato di Saint-Pholien
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Simenon, Georges

L'impiccato di Saint-Pholien

Adelphi, 23/01/2012

Abstract: Brema, una notte di fine novembre. In un albergo di infima categoria, un uomo si spara un colpo di rivoltella in bocca sotto gli occhi di Maigret. Da questo suicidio apparentemente inspiegabile, alla cui origine vi sono eventi che rimontano a quasi dieci anni prima, prende le mosse un'inchiesta che porterà il commissario da Brema a Parigi, da Parigi a Reims, e infine a Liegi, dove lo scioglimento del dramma coinciderà con la scoperta di una società segreta: la Confraternita dell'Apocalisse.(Le inchieste di Maigret 2 di 75)

La ballerina del Gai-Moulin
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Simenon, Georges

La ballerina del Gai-Moulin

Adelphi, 23/01/2012

Abstract: "Nell'oscurità il locale è vasto come una cattedrale. Si ha il senso di un vuoto immenso. I radiatori emanano ancora un certo tepore ... Delfosse accende un fiammifero. Si fermano un secondo per riprendere fiato, per calcolare il percorso che devono compiere. E all'improvviso il fiammifero cade, mentre Delfosse lancia un grido acuto ... Anche Chabot ha scorto qualcosa. Ma non è riuscito a distinguere bene ... Sembrava un corpo disteso sul pavimento, accanto al bar ... Dei capelli nerissimi...".(Le inchieste di Maigret 3 di 75)

Il defunto signor Gallet
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Simenon, Georges

Il defunto signor Gallet

Adelphi, 23/01/2012

Abstract: Invece di farsi più completo e più decifrabile, il personaggio stava diventando inafferrabile... La fisionomia dell'uomo con la finanziera troppo stretta si andava via via offuscando fino a non avere più niente di umano... "Alla foto, sola immagine tangibile e teoricamente completa che Maigret possedesse, si sostituivano altre immagini sfuggenti che rifiutavano di sovrapporsi, mentre avrebbero dovuto fornire il ritratto di un unico uomo".(Le inchieste di Maigret 4 di 75)

Il porto delle nebbie
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Simenon, Georges

Il porto delle nebbie

Adelphi, 23/01/2012

Abstract: Maigret guardava Joris, e un lieve sorriso gli errava sulle labbra. Strano uomo! Per cinque giorni, non riuscendo a dargli un nome, al Quai des Orfèvres l'avevano chiamato "l'Uomo". Era stato fermato sui Grand Boulevards mentre si aggirava in preda al panico fra gli autobus e le macchine. Lo interrogano in francese. Nessuna risposta. Provano con altre sette o otto lingue. Niente. E neppure il linguaggio dei sordomuti funziona. Un pazzo? Nell'ufficio di Maigret lo perquisiscono. Il vestito che indossa è nuovo, nuova la biancheria, nuove le scarpe. Dagli indumenti sono state strappate tutte le etichette. Niente documenti. Niente portafogli. Cinque bei biglietti da mille franchi infilati in una tasca.(Le inchieste di Maigret 5 di 75)

Il cane giallo
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Simenon, Georges

Il cane giallo

Adelphi, 27/02/2012

Abstract: C'era in lei un'umiltà esagerata. I suoi occhi cerchiati, il suo modo di muoversi senza far rumore, senza sfiorare le cose, quel suo fremere d'inquietudine alla minima parola, corrispondevano abbastanza all'idea che ci si fa della serva abituata a ogni durezza. Sotto quelle apparenze si sentivano però come dei sussulti di orgoglio, che lei si sforzava di non lasciar trasparire. "Era anemica. Il suo seno piatto non era fatto per risvegliare i sensi. Eppure c'era qualcosa di attraente in lei, qualcosa di torbido, di avvilito, di vagamente morboso". (Le inchieste di Maigret 6 di 75)

Il pazzo di Bergerac
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Simenon, Georges

Il pazzo di Bergerac

Adelphi, 27/02/2012

Abstract: Lo sconosciuto, giunto in fondo al corridoio, ha aperto lo sportello. Non è un caso! In quel preciso momento il treno rallenta. Ai lati della strada ferrata si intravede una foresta. Una luna invisibile rischiara le rare nuvole. "Stridore di freni. Da ottanta all'ora la velocità dev'essere scesa a trenta, forse meno. "E l'uomo salta giù, scomparendo al di là della scarpata dove probabilmente atterra rotoloni. Un attimo di riflessione, poi anche Maigret si lancia. Non rischia niente, il treno ha rallentato ancora. "Si getta nel vuoto. Cade su un fianco, ruzzola, fa tre giri su se stesso e si ferma davanti a uno sbarramento di filo spinato. "Un fanale rosso si allontana nello sferragliare del convoglio".(Le inchieste di Maigret 7 di 75)

Una testa in gioco
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Simenon, Georges

Una testa in gioco

Adelphi, 27/02/2012

Abstract: "Vuole un buon consiglio, commissario?". Radek aveva abbassato la voce e si era chinato verso il suo interlocutore. "Guardi che so perfettamente quello che lei penserà... E del resto, poco me ne importa!... Ma le do lo stesso il mio parere o, se preferisce, il mio consiglio... Lasci perdere!... Si sta mettendo in un terribile pasticcio...". Maigret era immobile, con lo sguardo fisso. "E prenderà un granchio dopo l'altro, perché non ci capisce niente...". Il cecoslovacco si animava a poco a poco, ma in maniera contenuta, molto particolare. Maigret notò le sue mani, che erano lunghe, di una bianchezza straordinaria e picchiettate di lentiggini. Sembravano tendersi, partecipare a modo loro alla conversazione. "Guardi che non sto mettendo in dubbio la sua competenza professionale! Se non ci capisce niente, ma proprio niente, è perché fin dall'inizio lei si è mosso in base a elementi falsati. Di conseguenza tutto è falso, non le pare?... E tutto quello che scoprirà sarà falso dal principio alla fine...".(Le inchieste di Maigret 8 di 75)

La balera da due soldi
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Simenon, Georges

La balera da due soldi

Adelphi, 27/02/2012

Abstract: "Una notte... Saranno state più o meno le tre... Camminavamo in rue... No, il nome della via neanche glielo dico... Una strada qualsiasi. Da lontano vediamo una porta che si apre... C'era una macchina accostata al marciapiede... Un tizio esce spingendone un altro... Anzi no, non è che lo spinga... Immagini uno che si porta a spasso un manichino e vuole farlo camminare come se fosse un vecchio amico!... Lo ficca in macchina, si siede al volante... Il mio socio mi lancia un'occhiata e siamo già sul paraurti posteriore... Non per niente allora mi chiamavano il Gatto!... Giriamo per un sacco di strade... Il tizio che guida ha l'aria di cercare qualcosa, di essersi sbagliato... Alla fine arriva al canale Saint-Martin, e allora capiamo cosa cerca... Ha indovinato anche lei, eh?... Il tempo di aprire e richiudere la portiera, e il corpo era già a mollo...".(Le inchieste di Maigret 9 di 75)

Un delitto in Olanda
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Simenon, Georges

Un delitto in Olanda

Adelphi, 27/02/2012

Abstract: "Guardi..." mormorò Duclos indicando il paesaggio intorno a loro, il paesino pulitissimo dove tutto era in ordine come nella credenza di una brava massaia, il porto troppo piccolo per riuscire a turbare quell'atmosfera tranquilla e le facce serene della gente con i grossi zoccoli gialli infilati ai piedi. E continuò: "Qui tutti si guadagnano da vivere... Tutti sono felici, o quasi... E, quel che è più importante, tutti controllano i propri istinti, perché questa è la regola, è un dovere se si vuole vivere in una collettività... Pijpekamp può confermarle che i furti sono rarissimi... È vero che, se uno ruba due libbre di pane, non se la cava con meno di qualche settimana di prigione... Nota qualcosa che non va?... Qui non ci sono vagabondi!... Non ci sono mendicanti... È l'ordine istituzionalizzato...".(Le inchieste di Maigret 10 di 75)

Il Crocevia delle Tre Vedove
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Simenon, Georges

Il Crocevia delle Tre Vedove

Adelphi, 26/03/2012

Abstract: "Lei veniva avanti, la figura ancora indistinta nella semioscurità. Veniva avanti come la protagonista di un film, o meglio come la donna dei sogni di un adolescente. Era vestita di velluto nero? Fatto sta che era più scura di tutto il resto, che spiccava come un'ombra intensa, sontuosa. E la poca luce ancora sospesa nell'aria si concentrava sui suoi capelli biondi e leggeri, sul viso opaco". "Ho saputo che desidera parlarmi, commissario... Ma la prego, si accomodi...". "Il suo accento era più marcato di quello di Carl. La voce cantava, abbassandosi sull'ultima sillaba delle parole. E il fratello le stava accanto come uno schiavo al fianco della regina affidata alla sua protezione". (Le inchieste di Maigret 11 di 75)

Il caso Saint-Fiacre
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Simenon, Georges

Il caso Saint-Fiacre

Adelphi, 26/03/2012

Abstract: "La contessa di Saint-Fiacre teneva ancora la faccia tra le mani. Era rigida, immobile, come la maggior parte delle altre vecchie". ""Ite missa est... La messa è finita..."". "Solo allora Maigret capì quanto era stato angosciato. Quasi non se n'era reso conto. Senza volerlo sospirò di sollievo". [...] "Ancora tre persone... Due... Qualcuno spostò una sedia... Rimaneva solo la contessa, e Maigret ebbe un fremito d'impazienza...". "Il sacrestano, che aveva concluso il suo compito, gettò uno sguardo alla signora di Saint-Fiacre, e un'espressione dubbiosa gli si dipinse sul volto. In quel medesimo istante il commissario avanzò. "Giunti accanto a lei, rimasero entrambi stupiti di quell'immobilità e cercarono di vedere il volto che le mani giunte continuavano a nascondere". "Turbato, Maigret le sfiorò una spalla. Il corpo vacillò, come se fino a quel momento fosse stato sorretto da un filo, poi rotolò a terra e rimase inerte". "La contessa di Saint-Fiacre era morta". (Le inchieste di Maigret 12 di 75)

La casa dei fiamminghi
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Simenon, Georges

La casa dei fiamminghi

Adelphi, 26/03/2012

Abstract: "Insomma, che cosa ci faceva in quel posto? Non era in missione ufficiale! Qualcuno accusava i fiamminghi di avere ucciso una giovane donna, ma non era nemmeno sicuro che fosse morta!". [...] "E, ammesso che fosse morta, l'avevano davvero uccisa? Magari, uscendo avvilita dalla drogheria, si era lasciata attirare dalle acque torbide del fiume". "Non c'erano prove! Non c'erano indizi! Machère procedeva a testa bassa, ma non avrebbe scoperto nulla, per cui da un giorno all'altro la Procura avrebbe certamente deciso di archiviare il caso". "Perché dunque Maigret si lasciava invischiare in quello scenario che gli era del tutto estraneo?".

Liberty Bar
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Simenon, Georges

Liberty Bar

Adelphi, 29/02/2012

Abstract: "C'era aria di vacanza. Anche il giorno prima, al tramonto, al porto di Cannes c'era aria di vacanza, soprattutto a bordo dell'Ardena, dove il proprietario faceva il galante con quelle ragazze dalle forme procaci". "Maigret, invece, era vestito di nero come a Parigi, e portava la bombetta, un cappello che lì era proprio stonato". "Di fronte a lui un manifesto annunciava a grandi lettere blu: CASINÒ DI JUAN-LES-PINS GRAN GALÀ DELLA PIOGGIA D'ORO". "E il ghiaccio si scioglieva a poco a poco nel bicchiere opalescente". "Le vacanze! Guardare il fondo cangiante del mare da una barca dipinta di verde o di arancione... Fare la siesta sotto un pino marittimo ascoltando il ronzio dei mosconi... "Ma soprattutto non doversi preoccupare di uno sconosciuto che si era preso chissà come una coltellata alla schiena!".(Le inchieste di Maigret 14 di 75)

L'ombra cinese
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Simenon, Georges

L'ombra cinese

Adelphi, 29/02/2012

Abstract: "Su un angolo della scrivania c'era, aperto, il bollettino della polizia con le foto segnaletiche di una ventina di ricercati. Quasi tutte facce dai tratti bestiali, che portavano il marchio della depravazione". ""Ernst Strowitz, condannato in contumacia dal Tribunale di Caen per aver ammazzato una contadina sulla strada per Bénouville..."". "E la postilla, in rosso: ""Pericoloso. Gira sempre armato"". "Un tipo destinato a vender cara la pelle. Maigret, tuttavia, avrebbe preferito aver a che fare con lui piuttosto che con quel vischioso grigiore, con quelle storie di vicende familiari, con quel delitto ancora inesplicabile ma che sospettava atroce".(Le inchieste di Maigret 15 di 75)