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× Data 2013
× Nomi Simenon, Georges

Trovati 40 documenti.

Maigret e il barbone
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Simenon, Georges

Maigret e il barbone

Adelphi, 28/01/2013

Abstract: "Un barbone era stato aggredito sotto il pont Marie e gettato nella Senna in piena, ma per miracolo se l'era cavata e il professor Magnin non riusciva a capacitarsi della sua rapida ripresa". "Era un delitto senza vittima, insomma, si sarebbe quasi potuto dire senza assassino, e nessuno si preoccupava del Dottore, tranne Léa la cicciona e, forse, due o tre barboni". "Eppure Maigret dedicava a quel caso lo stesso tempo che avrebbe dedicato a un dramma da prima pagina. Sembrava ne facesse una questione personale, e dal modo in cui aveva appena annunciato il suo colloquio con Keller si sarebbe potuto credere che si trattava di qualcuno che lui e sua moglie desideravano incontrare da tempo".(Le inchieste di Maigret 61 di 75)

Maigret si difende
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Simenon, Georges

Maigret si difende

Adelphi, 28/01/2013

Abstract: "Leggi..." disse mettendo davanti a Janvier la deposizione della ragazza.Alla ventesima riga Janvier arrossì, così come era arrossito Maigret al mattino in questura. "Chi mai si è permesso di...". Bravo Janvier! Lui e Lucas erano i più vecchi collaboratori di Maigret e fra loro tre non servivano tante parole per capirsi. Subito, senza bisogno di pensarci sopra, Janvier era arrivato alla stessa domanda, quella che Maigret, essendo direttamente coinvolto, ci aveva messo più tempo a formulare. "Chi c'è dietro?". "È proprio quello che vorrei sapere... Chi c'è dietro...".(Le inchieste di Maigret 62 di 75)

La pazienza di Maigret
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Simenon, Georges

La pazienza di Maigret

Adelphi, 28/01/2013

Abstract: "Maigret si sentiva meno leggero di quando si era svegliato quel mattino nell'appartamento inondato di sole, o di quando, sulla piattaforma dell'autobus, assaporava le immagini di una Parigi variopinta come le illustrazioni di un libro per bambini". "La gente aveva la mania di interrogarlo sui suoi metodi. Alcuni sostenevano addirittura di saperli analizzare, e allora li guardava con una sorta di beffarda curiosità, visto che lui, il più delle volte, improvvisava, basandosi semplicemente sull'istinto".(Le inchieste di Maigret 63 di 75)

Maigret e il fantasma
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Simenon, Georges

Maigret e il fantasma

Adelphi, 28/01/2013

Abstract: "È permesso, cara?... Sto facendo visitare la casa al commissario Maigret, il capo della Squadra Omicidi... Dico bene, commissario?...". Maigret rimase come sbigottito: al centro dell'atelier dalle pareti a vetrata, in piedi davanti a un cavalletto, si ergeva una figura bianca che gli ricordò la parola pronunciata da Lognon: il fantasma... Quello che indossava la signora Jonker non era il solito camice da pittore, somigliava piuttosto alla tonaca di un frate domenicano, ed era di una stoffa morbida e pesante come quella di un accappatoio. Perdipiù, la moglie dell'olandese portava un turbante bianco del medesimo tessuto. Con la mano sinistra teneva una tavolozza e nella destra stringeva un pennello. I suoi occhi neri si posarono su Maigret con curiosità.(Le inchieste di Maigret 64 di 75)

Il ladro di Maigret
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Simenon, Georges

Il ladro di Maigret

Adelphi, 28/01/2013

Abstract: "Fece per voltarsi, e intravide un giovane sul cui volto si leggeva un'emozione che, lì per lì, non riuscì a capire". "Doveva avere meno di venticinque anni ed era senza cappello, con i capelli scuri in disordine, mal rasato. Aveva l'aria di uno che non ha dormito, che è reduce da ore difficili o penose". "Sgusciando verso il predellino, saltò giù dall'autobus in corsa. In quel momento erano all'angolo di rue Rambuteau, non lontano dalle Halles, di cui si percepiva l'odore intenso. Il giovane si mise a camminare svelto, voltandosi come se avesse paura di qualcosa, e imboccò rue des Blancs-Manteaux". "D'un tratto, senza una ragione precisa, Maigret portò la mano alla tasca posteriore dei pantaloni, dove teneva il portafoglio". "Per poco non si precipitò anche lui giù dall'autobus: il portafoglio era sparito".(Le inchieste di Maigret 65 di 75)

Maigret e il caso Nahour
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Simenon, Georges

Maigret e il caso Nahour

Adelphi, 25/02/2013

Abstract: "Si sforzava, suo malgrado, di immaginare quella coppia di stranieri eleganti, sbucata Dio solo sa da dove nello studio di un modesto medico di quartiere. Pardon aveva capito subito che quei due non appartenevano al suo mondo, né a quello di Maigret o della gente che, come loro, abitava attorno a rue Picpus". "Capitava spesso, al commissario, di imbattersi in personaggi di quel tipo, che a Londra, New York o Roma si sentono come a casa propria, prendono l'aereo come gli altri prendono il métro, scendono in alberghi di lusso e, a qualunque latitudine, ritrovano le loro abitudini e i loro amici". "È una sorta di massoneria internazionale, e non solo del denaro, bensì di un certo stile di vita, di certi atteggiamenti, e anche di una certa morale, diversa da quella del comune mortale". "Con loro Maigret non si sentiva mai del tutto a proprio agio, e a stento reprimeva un'irritazione che si sarebbe potuto scambiare per invidia".(Le inchieste di Maigret 66 di 75)

Maigret è prudente
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Simenon, Georges

Maigret è prudente

Adelphi, 25/02/2013

Abstract: "Signor Maigret, ha sbagliato a venire prima di ricevere la seconda lettera. Adesso tutti sono in allarme, il che rischia di far precipitare gli eventi. Ormai il delitto può essere commesso da un momento all'altro, e sarà anche per colpa sua". "La credevo più paziente, più riflessivo. Pensa davvero di poter scoprire i segreti di una famiglia in un pomeriggio?" "È più ingenuo e forse più vanitoso di quanto pensassi. A questo punto non posso più aiutarLa. L'unica cosa che posso consigliarLe è di proseguire l'inchiesta senza prestar fede a quello che le diranno. "La saluto, malgrado tutto, con ammirazione".(Le inchieste di Maigret 67 di 75)

Maigret a Vichy
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Simenon, Georges

Maigret a Vichy

Adelphi, 25/02/2013

Abstract: Il commissario si accese la pipa e sfogliò il giornale in cerca della pagina dedicata alla cronaca locale. La vista di una sua foto su due colonne ... gli fece arricciare il naso. Accanto a lui si distingueva in parte la figura della moglie e dietro, più sfumate, due o tre facce anonime. MAIGRET INDAGA? "Per discrezione, avevamo sinora omesso di segnalare ai nostri lettori la presenza a Vichy di una celebrità, il commissario Maigret, il quale si trova qui non per dovere professionale ma per approfittare, come tanti altri illustri personaggi prima di lui, delle proprietà curative delle nostre acque". "Chissà, però, se il commissario saprà resistere alla tentazione di occuparsi del misterioso caso di rue du Bourbonnais ... Saranno le cure ad avere la meglio o...".(Le inchieste di Maigret 68 di 75)

Maigret e il produttore di vino
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Simenon, Georges

Maigret e il produttore di vino

Adelphi, 25/02/2013

Abstract: "Spero che questa lettera non si perda nei vostri uffici e che lei la leggerà di persona ... Mi stupisce che i giornali non rivelino quale fosse la vera personalità di Oscar Chabut. Possibile che nessuno, fra quelli che hanno contattato, abbia detto loro la verità?" "Invece si parla di lui come di un uomo di grande valore, audace e caparbio, che con le sue sole forze ha creato una delle più importanti aziende vinicole". "È davvero sconfortante! Quell'uomo era un farabutto, gliel'ho detto e lo ripeto, pronto a sacrificare chiunque alla sua ambizione e alla sua mania di grandezza. Tanto che mi chiedo se in fondo non fosse pazzo". "È difficile credere che un uomo sano di mente possa comportarsi come faceva lui. Nei rapporti con le donne, prevaleva il bisogno di infangarle. Voleva possederle tutte, ma per svilirle e sentirsi superiore. Del resto si vantava delle sue conquiste senza preoccuparsi della loro reputazione".(Le inchieste di Maigret 69 di 75)

L'amico d'infanzia di Maigret
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Simenon, Georges

L'amico d'infanzia di Maigret

Adelphi, 25/02/2013

Abstract: "Chissà che ne era degli altri ragazzi della sua classe... Non aveva più rivisto nessuno. Crochet, che era figlio di un notaio, doveva aver rilevato lo studio del padre. Orban, uno dolce e grassottello, aveva intenzione di studiare medicina. Qualcuno magari era andato a vivere altrove, in Francia o all'estero. Perché, fra tutti, doveva capitargli di ritrovare proprio Florentin, e in circostanze così spiacevoli? Si ricordava la pasticceria, anche se lui non c'era entrato spesso. Altri studenti, di famiglie più benestanti della sua, si riunivano lì per mangiare dolci e gelati, in uno scenario fatto di specchi, marmi e decori dorati, in un'atmosfera calda e zuccherosa. Per le signore della città, una torta non era buona se non era di Florentin. E adesso Maigret scopriva una bottega di robivecchi polverosa e cupa, dai cui vetri, che con ogni probabilità non erano mai stati lavati, filtrava una luce fioca".(Le inchieste di Maigret 70 di 75)

Maigret e l'uomo solitario
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Simenon, Georges

Maigret e l'uomo solitario

Adelphi, 25/03/2013

Abstract: La stanza era piuttosto spaziosa, e i vetri delle due finestre erano stati rimpiazzati da cartoni e carta da pacchi. Il pavimento sconnesso, con larghe fessure tra i listelli di legno, era ingombro di un incredibile ciarpame, oggetti per lo più rotti e totalmente inutilizzabili. Colpiva, in particolare, sopra una branda di ferro coperta da un vecchio pagliericcio, un uomo completamente vestito e palesemente morto. Il petto era coperto di sangue rappreso, ma il volto aveva conservato un'espressione serena. L'abbigliamento da barbone strideva con il volto e le mani. Era piuttosto anziano e aveva lunghi capelli argentei dai riflessi azzurrini. Anche gli occhi erano azzurri, ma la loro fissità metteva a disagio e Maigret glieli chiuse. Portava baffi bianchi leggermente arricciati e un pizzetto, bianco anche quello, alla Richelieu. Per il resto era rasato di fresco, e Maigret ebbe un'altra sorpresa notando le mani estremamente curate. "Sembra un vecchio attore nel ruolo di un barbone" mormorò.(Le inchieste di Maigret 71 di 75)

Maigret e l'omicida di rue Popincourt
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Simenon, Georges

Maigret e l'omicida di rue Popincourt

Adelphi, 25/03/2013

Abstract: "Sporgendosi dalla ringhiera, la signora Maigret guardava il marito scendere le scale con passo pesante un po' come avrebbe guardato uno scolaro che andava ad affrontare un esame difficile. Lei non ne sapeva molto di più dei giornali, ma quel che i giornali ignoravano era con quanta energia suo marito si sforzava di capire, con quanta concentrazione affrontava certe inchieste. Era come se si immedesimasse con quelli a cui dava la caccia e soffrisse i loro stessi tormenti".(Le inchieste di Maigret 72 di 75)

La pazza di Maigret
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Simenon, Georges

La pazza di Maigret

Adelphi, 25/03/2013

Abstract: "Sembrava ancora più piccola mentre gli trotterellava accanto". ""Vede, commissario, la cosa più importante è che lei sappia che non sono pazza. So come i giovani considerano le persone anziane, e io sono una donna molto anziana"". ""Ha ottantasei anni, giusto?"". ""Vedo che il giovanotto che mi ha ricevuta le ha parlato di me. È parecchio giovane per il mestiere che fa, ma è molto beneducato e gentile"". ""Era tanto che mi aspettava, qui sul lungosenna?"". ""Dalle sei meno cinque. Pensavo che uscisse dal­l'ufficio alle sei. Ho visto andar via parecchi signori, ma lei non c'era"". "Sicché era rimasta per un'ora intera ad aspettare, in piedi, sotto lo sguardo impassibile degli agenti". ""Sento di essere in pericolo. Ci sarà pure un motivo se qualcuno entra in casa mia e rovista fra la mia roba"". ""E come lo sa che rovistano fra la sua roba?". ""Perché non la ritrovo al posto giusto. Io sono una maniaca dell'ordine. In casa mia ogni oggetto ha il suo posto preciso da più di quarant'anni"".(Le inchieste di Maigret 73 di 75)

Maigret e l'informatore
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Simenon, Georges

Maigret e l'informatore

Adelphi, 25/03/2013

Abstract: "Davanti alla casa erano assembrate più di duecento persone, ma quelli che entravano a porgere le condoglianze erano pochi. C'era gente di tutti i tipi, negozianti del quartiere, magnac­cia, proprietari di ristoranti o cabaret". "Prima portarono giù i fiori, e per farceli stare assieme alle corone ci vollero due auto. "Poi scesero quattro uomini con la bara di mogano e la infilarono nel carro funebre". "La chiesa era abbastanza vicina, e comunque sarebbe stato impossibile trovare delle auto per tutti. Quando sulla soglia comparve Line Marcia, in lutto stretto, bionda e pallida, la folla fu percorsa da un fremito, come al passaggio di una star, e ti saresti quasi aspettato uno scroscio di applausi".(Le inchieste di Maigret 74 di 75)

Maigret e il signor Charles
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Simenon, Georges

Maigret e il signor Charles

Adelphi, 25/03/2013

Abstract: Al pomeriggio andava al cinema. Almeno, così diceva. Ogni tanto si faceva accompagnare dall'autista in un bar del quartiere degli Champs-Élysées dove beveva, da sola, appollaiata su uno sgabello. I barman, senza neanche aspettare che lei glielo chiedesse, le riempivano il bicchiere non appena lo vedevano vuoto. Non parlava con nessuno. Nessuno parlava con lei. Per gli altri, lei era "quella che beve". Aveva forse incontrato finalmente un uomo che si occupava di lei, che le aveva ridato fiducia in se stessa facendola sentire importante?(Le inchieste di Maigret 75 di 75)

Rue Pigalle e altri racconti
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Simenon, Georges

Rue Pigalle e altri racconti

Adelphi, 24/04/2013

Abstract: C'era, in tutta quella faccenda, qualcosa d'infinita­mente triste, come il fiume che da mattina a sera rifletteva lo stesso cielo, come quei convogli di barche che si annunciavano a colpi di sirena (uno per ogni chiatta rimorchiata) e che sfilavano ininterrottamente attraverso la chiusa. Poi, mentre le donne, sul ponte, si occupavano dei marmocchi sorvegliando la manovra, gli uomini salivano fino al bistrot, buttavano giù un bicchierino e riscendevano col passo pesante. "Caso risolto!" aveva dichiarato un collega a Maigret. Eppure il commissario, di umore uggioso come la Senna, uggioso come un canale sotto la pioggia, era tornato alla chiusa e non riusciva più a scollarsene.

La neve era sporca
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Simenon, Georges

La neve era sporca

Adelphi, 22/05/2013

Abstract: Frank ha diciannove anni ed è figlio dell'attraente tenutaria di una casa di appuntamenti in una città del Nord durante l'occupazione nazista. Freddo, scostante, insolente, solitario, Frank vuole in segreto una cosa sola: iniziarsi alla vita. E crede che il modo migliore per farlo sia uccidere qualcuno senza ragione. Con sbalorditiva sicurezza, Simenon entra nella testa di questo personaggio al limite fra l'abiezione e una paradossale innocenza, e intorno a lui fa vivere il mondo della "neve sporca" – la sordida scena di una città dove tutto è tradimento, rancore, doppio gioco.

La Locanda degli Annegati e altri racconti
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Simenon, Georges

La Locanda degli Annegati e altri racconti

Adelphi, 22/05/2013

Abstract: Tutti, compresa una decina di automobilisti di passaggio, facevano capannello attorno al relitto ripescato dal fiume, e alcuni tastavano distrattamente la carrozzeria o si chinavano per guardare dentro. Ed è proprio a uno di quegli sconosciuti che venne in mente di girare la maniglia del bagagliaio. Che, contro ogni aspettativa, nonostante la vettura fosse così deformata, si aprì facilmente; l'uomo cacciò un grido e indietreggiò di qualche passo, mentre chi gli era a fianco si precipitava a vedere. Maigret si avvicinò come gli altri, aggrottò la fronte e, per la prima volta dal mattino, non si limitò a borbottare qualcosa, ma fece sentire chiaramente la sua voce: "Via, fate largo!... Non toccate niente!". Anche lui aveva visto. Aveva visto una forma umana stranamente ripiegata su se stessa, pigiata in fondo al bagagliaio come se quest'ultimo fosse stato richiuso a fatica. Sopra quella specie di fagotto, una cortina di capelli biondo platino suggeriva che si trattava di una donna.

I Pitard
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Simenon, Georges

I Pitard

Adelphi, 24/07/2013

Abstract: Finalmente, dopo tanti anni passati a comandare quelle degli altri, il capitano Lannec è riuscito a comprarsi una nave; e nonostante le proteste della suocera e le lacrime della moglie l'ha chiamata "Fulmine del Cielo", a evocare la sua imprecazione preferita. Ma dei soldi della suocera – dei soldi dei Pitard, con la loro spocchia di piccoli borghesi normanni arricchiti –, della sua malleveria, per comprarla ha pur avuto bisogno. Ed è perciò che Mathilde, sua moglie, ha preteso di fare la prima traversata insieme a lui – anche se tutto le sembra sporco, e soffre il mal di mare, e rimane quello che è: una vera Pitard! Ma non basta: alla partenza Lannec ha ricevuto un avvertimento anonimo e minaccioso: "il "Fulmine del Cielo" non arriverà mai in porto...". A poco a poco, come per un'inappellabile sentenza del tribunale che gli antichi chiamavano Fato, quello che doveva essere il primo, trionfale viaggio del "Fulmine del Cielo", si trasformerà in un incubo... "Ci sono scrittori che ammiro moltissimo: il Simenon dei "Pitard", per esempio, bisognerebbe parlarne tutti i giorni" (Louis-Ferdinand Céline).

I fantasmi del cappellaio
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Simenon, Georges

I fantasmi del cappellaio

Adelphi, 28/08/2013

Abstract: Una piccola città, La Rochelle, immersa in una gelida pioggia autunnale; borghesi all'apparenza insospettabili che giocano a bridge; una serie di strani delitti che viene improvvisamente a turbare la vita della città; e due personaggi – il cappellaio, agiato e rispettabile commerciante, e il "piccolo sarto" armeno con il suo perenne odore di aglio e di miseria – che si osservano in una comunicazione tragica e segreta: due sguardi consapevoli, due punti di vista contrapposti e complementari fino alla reciproca dipendenza, fino alla complicità, si affrontano in una sorta di controcanto investigativo vibrante di tensione drammatica. Nell'arco di due anni, agli esordi del suo periodo americano, Simenon, quasi ne fosse ossessionato, torna per ben tre volte sulla stessa storia: al racconto "Il piccolo sarto e il cappellaio", del marzo '47, fanno seguito "Benedetti gli umili", nuova versione modificata soprattutto nel finale, e, nel dicembre del '48, "I fantasmi del cappellaio". Il passaggio dalle novelle al romanzo comporta un rovesciamento di prospettiva: l'intera vicenda – la condivisione di un terribile segreto – non è più narrata dal punto di vista del sarto armeno, ma da quello del cappellaio, di cui il lettore seguirà, attimo per attimo, il lento inabissarsi nella follia. "I fantasmi del cappellaio" venne pubblicato per la prima volta nel 1949. Il volume propone, in appendice al testo del romanzo, "Il piccolo sarto e il cappellaio" e il capitolo finale di "Benedetti gli umili", che, tradotto in inglese, ottenne il premio indetto dall'"Ellery Queen's Mystery Magazine".