Rete Bibliotecaria Scuole della Lombardia

Abstract: Da un romanzo (1924) di E.M. Forster. Una giovane inglese va per la prima volta in India, accompagnata dalla madre del suo fidanzato. Accusa un medico indiano di averla aggredita. Al processo ritratta: e riparte. Grandi mezzi per un film di alto professionismo che non è soltanto illustrativo. Raffinato, un po' frigido, romantico ma lucido. La 1ª parte – col confronto tra due culture – è la migliore. Ottimi attori. I personaggi inglesi sono i più riusciti. Oscar per P. Ashcroft (attrice non protagonista) e le musiche di M. Jarre. Da "Il Morandini 2007"

Abstract: Berlin. Jetzt. Lola und Manni sind Anfang zwanzig und ein Liebespaar. Manni hat sich in letzter Zeit auf halbkriminelle Geschichten eingelassen und jobbt als Geldkurier für einen Autoschieber. Doch heute laüft alles schief ... EDITORIALE

Abstract: Cosa succede quando si cresce a Berlino est guardando Sabbiolino alla tv, quando si ha come mito un astronauta della corsa allo spazio, come casa delle vacanze una dacia nel bosco, e quando si ha una madre idealista e socialista militante? Cosa succede quando nell’89 si marcia "quasi" per caso per i propri diritti e si viene picchiati dalla polizia e arrestati proprio mentre lei cade a terra, tutta vestita di rosso e incapace di reagire alla violenza della "sua" polizia se non con un infarto? Ad Alex (Daniel Brühl), per esempio, succede di ritrovarsi con una madre in coma (Kathrin Sass), con il muro che viene fatto a pezzi, con il lavoro alla cooperativa di riparazioni elettriche che non c’è più. Ma di certo non si dispera. Trova un lavoro come installatore di parabole, trova un amico (Florian Lukas) che sogna il cinema (e nel frattempo cita Kubrick nei filmini dei matrimoni), una ragazza (Chulpan Khamatova) che viene dalla Russia, fa l’infermiera, ed è dolce quanto decisa. Pochi soldi, l’entusiasmo per le novità del consumismo, per una libertà che sembra sempre un po’ inafferrabile, e l’angoscia per le cose che cambiano. Ma Berlino è splendida e vitale, con i suoi palazzi cadenti pieni di musica e di arte improvvisata. Così Alex è pronto e pieno di energia quando otto mesi dopo sua madre, contro ogni previsione medica, si risveglia. Gli servirà, perché il medico, prima di squagliarsela all’ovest, raccomanda nessuno shock, nessuna notizia traumatica. E Alex decide che così sarà, a tutti i costi. Coinvolge la perplessa sorella (Maria Simon), recupera i vecchi mobili, i vestiti deprimenti, e porta la madre a casa, in quello che è rimasto della Repubblica Democratica Tedesca: 79 mq di contraddizioni. All’inizio la messa in scena sembra innocua, necessaria, ragionevole. Ma lentamente le cose si fanno più complicate. Bisogna avvertire i vicini, pagare i bambini del quartiere perché si esibiscano in canzoni socialiste, bisogna travasare tutti i cibi in barattoli di marche dell’est ormai introvabili, bisogna recuperare vecchi giornali, vecchie edizioni del tg... e intanto il mondo continua a cambiare con una velocità che stordisce. Quando la madre si riprende abbastanza da notare che qualcosa non va, Alex è così coinvolto nel mondo parallelo che ha costruito, una patria ideale creata per amore della madre, ma anche per il bisogno di dare un senso ad una società spezzata, da non essere capace di uscirne. Allora inizia a piegare la realtà ad un sogno che forse non sapeva di avere, e insieme all’amico Vladimir diventa il produttore del telegiornale del suo mondo, in un sogno che ribalta la verità e in qualche modo allo stesso tempo le è fedele. Da parte di Wolfgang Becker un film divertente, toccante, narrativamente impeccabile, che ha ottenuto un notevole successo in Germania (più di 5 milioni di spettatori) e Blauer Engel alla Berlinale come miglior film europeo. (Veronica Villa)

Abstract: Die quirlige Schmuckverkäuferin Juli hat sich in den etwas spießigen Physikreferendar Daniel verliebt, der aber ist hinter der Türkin Melek her. Er reist ihr von Hamburg nach Istanbul hinterher, doch Juli hat ihre Hoffnung noch nicht aufgegeben und begleitet ihn kurzerhand als Anhalterin. Eine Odyssee beginnt...

Abstract: Il 4 luglio 1954 la nazionale tedesca ha affrontato l’Ungheria, squadra favorita, nella finale dei Mondiali di Calcio. Il significato della vittoria tedesca per 3 : 2, siglata da Helmut Rahn, è andato all’epoca ben oltre il semplice titolo sportivo: per molti tedeschi, infatti, ha segnato l'avvio della rinascita di una nazione. Di quella finale non è rimasto alcun filmato integrale ed era quindi immaginabile che qualcuno tentasse prima o poi la riproduzione cinematografica della documentazione mancante, avvalendosi di tecniche così avanzate da rendere possibile la perfetta imitazione di una realtà ancora chiaramente impressa nella memoria di tanti. Ed è proprio questo che il regista Sönke Wortmann ha atteso per anni. “Il miracolo di Berna”, tuttavia, non vuol essere pura ricostruzione; Wortmann, infatti, è nato solo nel 1959 e per scrivere la sceneggiatura si è basato sia su ricerche, sia sulla propria fantasia. Il mito, infine, è prevalso sulla precisione storica. Da notare il tono nostalgico del film, che ha certamente contribuito al successo della pellicola, sia in Germania che a livello internazionale. Es war mehr als nur ein Fußballspiel. Am 4.Juli 1954 schlug die deutsche Nationalelf im WM-Finale in Bern die Ungarn mit 3:2. Die Spieler um Trainer Sepp Herberger, allen voran der kürzlich verstorbene Schütze des Siegtores, Helmut Rahn, wurden zu Helden. Der Sieg war mehr als nur ein sportlicher Triumph. Zum ersten Mal seit der Stunde Null im Jahr 1945 gab es wieder "eine Art kollektiven Glückszustand, ein Gegenbild zum Nazi-Reich", sagt Sönke Wortmann. Der erfolgreiche Regisseur von Komödien wie "Kleine Haie" und "Der bewegte Mann" hatte sich bei seinem neuen Film die Latte sehr hoch gelegt. Kein Film wie jeder andere für einen, der selbst im Ruhrgebiet geboren wurde (dem damaligen Kicker-Zentrum Deutschlands) und bei der Spielvereinigung Erkenschwick selbst als Profi-Spieler bis in die zweite Liga aufstieg, bis ihm später das Filmemachen dazwischen kam.

Abstract: Am Hochzeitstag seines Bruders wird der junge Türke Gabriel mit einer Bewährungsauflage aus dem Gefängnis in Hamburg entlassen. Ein Bekannter bietet ihm während der Hochzeitsfeier einen Job als Taxifahrer an und redet ihm seine Bedenken wegen der eingezogenen Lizenz aus. Wird es ihm gelingen, trotz seiner kriminellen Freunde von jetzt an ein Leben ohne Gesetzesbrüche zu führen

Abstract: Il 4 luglio 1954 la nazionale tedesca ha affrontato l’Ungheria, squadra favorita, nella finale dei Mondiali di Calcio. Il significato della vittoria tedesca per 3 : 2, siglata da Helmut Rahn, è andato all’epoca ben oltre il semplice titolo sportivo: per molti tedeschi, infatti, ha segnato l'avvio della rinascita di una nazione. Di quella finale non è rimasto alcun filmato integrale ed era quindi immaginabile che qualcuno tentasse prima o poi la riproduzione cinematografica della documentazione mancante, avvalendosi di tecniche così avanzate da rendere possibile la perfetta imitazione di una realtà ancora chiaramente impressa nella memoria di tanti. Ed è proprio questo che il regista Sönke Wortmann ha atteso per anni. “Il miracolo di Berna”, tuttavia, non vuol essere pura ricostruzione; Wortmann, infatti, è nato solo nel 1959 e per scrivere la sceneggiatura si è basato sia su ricerche, sia sulla propria fantasia. Il mito, infine, è prevalso sulla precisione storica. Da notare il tono nostalgico del film, che ha certamente contribuito al successo della pellicola, sia in Germania che a livello internazionale. Es war mehr als nur ein Fußballspiel. Am 4.Juli 1954 schlug die deutsche Nationalelf im WM-Finale in Bern die Ungarn mit 3:2. Die Spieler um Trainer Sepp Herberger, allen voran der kürzlich verstorbene Schütze des Siegtores, Helmut Rahn, wurden zu Helden. Der Sieg war mehr als nur ein sportlicher Triumph. Zum ersten Mal seit der Stunde Null im Jahr 1945 gab es wieder "eine Art kollektiven Glückszustand, ein Gegenbild zum Nazi-Reich", sagt Sönke Wortmann. Der erfolgreiche Regisseur von Komödien wie "Kleine Haie" und "Der bewegte Mann" hatte sich bei seinem neuen Film die Latte sehr hoch gelegt. Kein Film wie jeder andere für einen, der selbst im Ruhrgebiet geboren wurde (dem damaligen Kicker-Zentrum Deutschlands) und bei der Spielvereinigung Erkenschwick selbst als Profi-Spieler bis in die zweite Liga aufstieg, bis ihm später das Filmemachen dazwischen kam.

Abstract: Trama Pünktchen e Anton sono vicini. Figlia di un ricco chirurgo, la giovane Pünktchen vive in una grande casa. Sua madre, che viaggia per il mondo sempre più per motivi di pubbliche relazioni che per le attività sociali che finge di compiere, non è mai disponibile a lei come una madre. Anton, figlio di una madre single e malato, in difficoltà finanziarie, fa del suo meglio per aiutarla fuori dal lavoro fino a tardi. Pünktchen decide di aiutare il suo unico amico (come nessun altro farebbe comunque) e inizia a cantare nei luoghi pubblici. ....

Abstract: Lara ist acht und in ihrer Familie die einzige, die hören und sprechen kann. Für ihre gehörlosen Eltern übernimmt sie deshalb Übersetzungen in allen Lebenslagen - bei der Bank, bei jedem Telefonat, ist sie diejenige, die die Worte übermittelt. Zu ihrem Vater hat Lara ein besonders inniges Verhältnis. Ihr gemeinsames Lieblingsspiel ist das Erraten von Geräuschen. "Was für ein Geräusch macht die Sonne, wenn sie aufgeht?" "Wie klingt der Schnee, wenn er auf die Wiese fällt?" Als Lara ihre Tante Clarissa trifft, entdeckt sie etwas ganz Neues: Musik! Und Lara beginnt Klarinette zu spielen - das Instrument, das Clarissa so wunderbar beherrscht. Laras Vater, der sich als Kind mit seiner Schwester Clarissa nicht gut verstanden hat, findet an Laras neuen Ideen keinen Gefallen. Aber Lara lernt und lernt. Und zehn Jahre später spielt sie so gut Klarinette, daß der Musiklehrer ihr rät, eine richtige Ausbildung zu machen. Clarissa unterstützt Lara in ihrer Absicht und möchte sie gern nach Berlin mitnehmen, wo Lara die Musikhochschule besuchen könnte. Vor allem der Vater ist sehr dagegen, doch Lara entscheidet sich für ihre Musik. Es wird etwas dauern, bis der Vater begreift, daß auch er, der nicht hört, ihre Welt verstehen kann.