Rete Bibliotecaria Scuole della Lombardia

Abstract: The clearest expression of the Japanese genius is always found in the small...the simple expression of an essential character and insight. In that sense, this book itself exemplifies its subject; the city of Kyoto, Japan's cultural heart. A map on the inside cover with locations of treasured sites begins our orientation. A foreward by Donald Keene evokes his experience of the grace and pleasures of Kyoto and locates us in the poetic character of the city. The visual and tangible is the key to any understanding of Japan and for most of us it is the only route around the barrier of language. It is surprising, but perfectly appropriate, to find our next stage is not text but a series of photographs that rank among the best this writer has seen on the subject (if only as a collection of superb photographs this book would be a bargain). These photographs lead to text that gives us, clearly and succinctly, a brief history of the city.which, in turn, is followed by another series of photographs with examples of daily life and craft continuing the past into the present. A list of principal festivals, line drawings of selected costumes and artifacts, a chronology of Japanese history(on the inside back cover) interspersed through the book all follow the principle of focusing on the essential.. As an introduction to Kyoto this little book is exemplary; as a capsuled insight into Japanese culture it is indispensible. (www.amazon.com)

Abstract: Il narratore, condannato a morte, decide di raccontare una serie di strane vicende personali. Fin da bambino si distingueva per la sua docile indole, aveva una grande passione per gli animali e quando si sposò, trovò nella moglie un'affinità di carattere. Tra i tanti animali che possedevano, il protagonista aveva un debole per un gatto nero. Con il passare del tempo la sua indole cambiò, diventando un uomo irascibile ed irrispettoso verso tutti; soltanto con il gatto, però, manteneva qualche riguardo. Ma un giorno che il narratore torno a casa ubriaco e si trovò la povera bestiolina tra i piedi, la prese e gli cavò un occhio. L’indomani provò rimorso ma con il passare del tempo iniziò a odiare il gatto, e una mattina lo impiccò. La notte fu svegliato dalla sua casa in fiamme e, quando l’indomani visitò le rovine, trovò sul muro del suo letto la figura di un gatto con una corda al collo, ma il narratore riesce infine a spiegare logicamente l’accaduto. Nei mesi successivi iniziò “a rimpiangere la perdita dell’animale”, cercando un altro gatto con cui sostituirlo; una sera in un’osteria vide un animale che gli piaceva: era un gatto nero, quasi identico all’animale ucciso, ma con una grossa macchia sul petto. Ma con il passare de tempo iniziò a odiare anche questo gatto; mentre stava per ucciderlo, venne fermato dalla moglie, che per questo venne uccisa a sua volta. Poi murò il corpo della donna morta in una parete della casa e non riuscì più a trovare il gatto. Quando la polizia ispezionò la casa, riuscì a scoprire il cadavere perché il gatto murato vivo iniziò a miagolare.