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× Data 2012
× Nomi Andreoli, Vittorino

Trovati 29 documenti.

Il denaro in testa
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Andreoli, Vittorino

Il denaro in testa

BUR, 11/01/2012

Abstract: Vittorino Andreoli per la prima volta pone sul lettino dello psichiatra i temi dell'economia e mette a nudo la società moderna, ossessionata dal denaro, terrorizzata dallo spettro della povertà. Quando i soldi si insinuano nella vita delle persone instillando dubbi, minando ogni sicurezza, mettendo in crisi le altre certezze; quando i soldi si trasformano in un virus che produce i sintomi della malattia, l'economia non basta. La psicologia ci aiuta a spiegare e a comprendere la natura illusoria del denaro - la falsa promessa che tutto si possa comprare, anche gli affetti - per ricondurlo invece alla sua condizione di semplice strumento, il cui uso irrazionale e scriteriato può arrivare a trasformare le esigenze in dipendenza, i desideri in angoscia. Quello che Andreoli ci propone non è una nuova teoria economica né una facile soluzione consolatoria, ma una riflessione su come anche l'etica sia potuta diventare oggetto di contrattazione, un percorso per riappropriarsi del vero significato della vita, delle relazioni interpersonali e del vivere civile.

Lettere al futuro. Per una educazione dei sentimenti
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Andreoli, Vittorino

Lettere al futuro. Per una educazione dei sentimenti

BUR, 26/03/2012

Abstract: Per la prima volta insieme LETTERA A UN ADOLESCENTE LETTERA ALLA TUA FAMIGLIA LETTERA A UN INSEGNANTE "Quando si rivolgono delle lettere ai giovani si scrive al futuro poiché il futuro è lo spazio che i giovani occuperanno. Ma le stesse lettere riguardano anche gli adulti poiché il loro senso, come un'ombra, proprio a quel futuro si lega." In un tempo di comunicazioni ultrarapide una lettera può essere vista quasi come un reperto di archeologia. Eppure la lettera "di una volta" è lo strumento dei sentimenti, la forma più adeguata a raccontare gli stati d'animo: le preoccupazioni, le paure, gli affetti, i desideri. Vittorino Andreoli ha scelto questa modalità intensa e appassionata per rivolgersi agli adolescenti e al mondo che li circonda. Oggi BUR raccoglie Lettera a un adolescente, Lettera alla tua famiglia e Lettera a un insegnante in un unico volume, a formare un epistolario sull'educazione, su come una generazione passa il testimone alla successiva, insegnando - e imparando - a vivere.

Nuovo Genesi
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Andreoli, Vittorino

Nuovo Genesi

BUR, 05/04/2012

Abstract: Dal silenzioso nulla, secondo il testo biblico, Dio creò il cosmo: un sistema in equilibrio, nel quale regnava l'armonia. Poi plasmò l'uomo che, a immagine e somiglianza di Dio, rimodellò il creato rendendolo un insieme di rumori, smog, movimento caotico e disordine: quel "mondo civilizzato" che sempre più schiaccia la natura. Ma se qualcuno si ribellasse a tutto ciò?Un uomo incapace di sopportare gli orrori della civiltà, che sogna di allontanarsi dai suoi simili per immergersi nel silenzio, è convito che esistano ancora frammenti di Eden che possono salvare il genere umano. Si mette così alla ricerca di una terra vergine, anteriore alla nascita di ogni cosa, dove la natura domini ancora incontaminata. Il luogo ideale per una seconda genesi, in cui la mano umana possa ripetere l'opera divina e tutto venga nuovamente alla luce in sette giorni, restituito alla perfezione originale.In questa sorprendente prova letteraria, Vittorino Andreoli ci fa riscoprire l'avventura della creazione vista e interpretata nella contemporaneità: una rinascita di ogni cosa che è prima di tutto la rifondazione di noi stessi.

Principia. La caduta delle certezze
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Andreoli, Vittorino

Principia. La caduta delle certezze

BUR, 11/04/2012

Abstract: L'uomo Attaccato sul vuotoAl suo filo di ragno Giuseppe Ungaretti "È tempo di incominciare un viaggio dentroi princìpi, che significa dentro l'uomo: di ieri, di oggi...per rendere possibile un futuro, l'uomo di domani." Vittorino Andreoli I princìpi che da secoli erano un punto di riferimento indiscusso non sembrano più guidare il nostro agire, mentre le scienze positive pongono più interrogativi che certezze. E in questo clima di disgregazione si è imposto uno stile di vita che mira soltanto ad arraffare, "qui e subito" e senza alcuno scrupolo, gli idoli di oggi: ricchezza, potere, sesso... Tutto è entrato in crisi: la politica, l'etica, i rapporti umani, il rispetto della vita e della morte, centrifugati in un teatro dell'assurdo dove si vive soltanto nell'"attimo presente" senza curarsi minimamente del futuro.In questo libro Vittorino Andreoli, da sempre attento ai problemi dell'uomo, ci guida in un viaggio, affascinante e doloroso, alla scoperta di quei princìpi che per secoli hanno guidato il nostro comportamento e delle cause della loro caduta. Un viaggio nel quale si racconta il declino di una civiltà che riuscirà a sopravvivere solo se troverà il coraggio di scoprire nuove basi su cui rifondare la propria identità.

Dentro la follia del mondo
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Andreoli, Vittorino

Dentro la follia del mondo

BUR, 11/04/2012

Abstract: Vittorino Andreoli, da sempre attento studioso della follia e dei suoi meccanismi, offre in queste pagine un'indagine sugli aspetti sovrapersonali dello squilibrio: quelle forme che si incarnano nella struttura sociale, influendo sul pensare e l'agire comuni. I saggi presentati indagano i momenti in cui la malattia si è addentrata nella Storia, portando a passaggi cruciali e terribili del nostro passato. Ilprogetto della soluzione finale hitleriana; il naufragio della rivoluzione sovietica, che ha prodotto una delle più crudeli dittature di sempre; la deriva di illegalità durante tangentopoli; le devastazioni della guerra irachena. Al contempo questi scritti restituiscono l'importanza di un'etica propria dell'agire, del comportamento singolo dentro una comunità, che è profondamente iscritto in ognuno di noi: il piacere del fare il bene per il bene, in antitesi della pulsione all'orrore e al malvagio.Andreoli ripropone qui, completamente rivisti e aggiornati, i quattro volumi - Colpa e vergogna (1994), Elogio della normalità (2002), La follia del mondo (2003) e Si fa presto a dire pace (2004) - che rappresentano il suo fondamentale contributo alla comprensione sociologica della pazzia.

L'alfabeto delle relazioni
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Andreoli, Vittorino

L'alfabeto delle relazioni

BUR, 18/04/2012

Abstract: "Famiglie, io vi odio!" gridava André Gide alle soglie del XX secolo, denunciando l'ipocrisia e gli odi che avvelenavano quell'istituzione da sempre considerata il rifugio affettivo di ogni essere umano. Molto tempo è trascorso, ma la situazione non è certo cambiata. La cultura attuale muta vertiginosamente distruggendo antichi valori e sostituendoli con il nulla, e così le famiglie si possono trasformare in inferni di solitudine o di violenza. Ma è ancora possibile salvare questa istituzione che è alla base stessa del consorzio umano? Sì, afferma Vittorino Andreoli, a patto che ognuno di noi sappia riconoscere la sua sfera d'azione e di intervento, rispettando quella degli altri e cercando di ricostruire tutti insieme un sistema di relazioni affettive in cui l'amore prevalga sui falsi idoli alla quale l'attuale pseudo-cultura dell''apparire' impone di sacrificare.

I segreti di casa Pascoli. Il poeta e lo psichiatra
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Andreoli, Vittorino

I segreti di casa Pascoli. Il poeta e lo psichiatra

BUR, 17/04/2012

Abstract: 10 agosto 1867: una fucilata colpisce a morte Ruggero Pascoli. Quella morte inattesa, seguita subito da quella madre, scatenerà una serie di eventi che faranno sì che la vita di Giovanni Pascoli si svolga sempre all'insegna della sofferenza. Prima la dura lotta per studiare; poi la voglia di ricostruire, proiettandosi nel padre, la 'vecchia' famiglia con Ida e Maria (Mariù); la determinazione ad affermarsi come insegnante e poeta; poi lo scatenarsi di un amore inconfessabile e impossibile; di un nubifragio nell'alcol per lenire un dolore tanto forte: una dipendenza, tenuta all'epoca segreta per non 'comprometterne' l'immagine. In questo saggio-indagine, Vittorino Andreoli studia il 'caso Pascoli', facendo parlare i documenti, visitando i luoghi in cui vissero Giovanni e le sue due sorelle, interpretando alla luce della psicologia fatti che erano stati stravolti dalle versioni ufficiali. Quali erano i veri rapporti che univano il poeta alle sue due sorelle? Perché al suo grande successo come docente e poeta, Giovanni reagì rifugiandosi nel mondo stravolgente dell'alcolismo? Perché la sua poesia, soprattutto nei momenti più alti, è sempre segnata dalla tragedia del senso della morte? Vittorino Andreoli ricompone un quadro che ci lascia sconvolti, confermando, ancora una volta, la verità di una celebre frase di Tolstoj: 'Tutte le famiglie felici si somigliano, ogni famiglia è infelice a suo modo'. Me la miravo accantoEsile sì, ma bella:pallida sì, ma tantogiovane! Una sorella!   Giovanni Pascoli

E la luna darà ancora luce
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Andreoli, Vittorino

E la luna darà ancora luce

BUR, 18/04/2012

Abstract: Non abbiamo tempo da dedicare ai malati, tanto più se vecchi o terminali e allora li indirizziamo verso ospedali, verso aziende simili a catene di "smontaggio" che "si prendono cura di loro e li accompagnano serenamente alla fine"   Vittorino Andreoli ha accettato con coraggio umano e letterario la sfida, immaginando una futuribile Città della morte concepita sul presupposto pseudorazionalista - e, in modo sinistro, attuale - della possibilità scientifica di separare la malattia dalla morte. E dà vita a un teatro che nel mettere in scena momenti topici del rituale della fine, svela anche quelli della sua rimozione. Il romanzo, che talora appare crudo, ci mette davanti alla nostra responsabilità di uomini che trascinati dai falsi miti inventati da fervida fantasia, sta finendo per dimenticare la sua reale natura animale. "L'uomo muore comunque: è una condizione del suo essere muore perché è uomo, non perché è malato"

Una piroga in cielo
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Andreoli, Vittorino

Una piroga in cielo

BUR, 17/04/2012

Abstract: Kouniò Baràm, chiuso in una stanza, cerca di dimenticare l'orrore che lo circonda e che avvolge la sua esistenza. Nel quartiere ghetto in cui vive con altri immigrati, a Verona, assiste impotente alla spedizione punitiva di 'bravi ragazzi' bianchi in sella a potenti motociclette in preda all'alcol e alla droga. Devastano indisturbati, stuprano, incendiano, uccidono, per noia o come giustizieri della notte. Ripensa e rivive il luogo magico che da Tireli, un villaggio dogon, lo ha portato ad approdare sulla terra dell'Occidente. Ha lasciato terre vastissime e silenziose, popolate dai suoi cari, fiumi maestosi, alberi giganteschi, donne e uomini che ti accolgono con un sorriso, per approdare a Marsiglia, e poi a Verona. E il contatto con l'uomo bianco e la sua civiltà diventa proposta di vita in un mondo fondato sulla violenza del potere, sull'ingiustizia, sul pregiudizio, sulla cieca sopraffazione. Ma non serve ribellarsi, e così Kouniò pensa di sottrarsi a questa proposta con un viaggio a ritroso, seppure fatto di solo desiderio, verso la terra dei suoi morti, vera terra promessa. Anche in questo romanzo, Andreoli, ci mostra con crudezza e partecipazione gli aspetti feroci e immani che contraddistinguono questa nostra società, troppo occupata a perseguire un folle e spietato delirio d'onnipotenza, ma ci dice anche che la via perduta la possiamo ritrovare fermandoci un momento e ripensando al passato da cui veniamo.

Il matto inventato
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Andreoli, Vittorino

Il matto inventato

BUR, 18/04/2012

Abstract: La follia appartiene all'uomo: una impronta della specie, dell'esistere. Vittorino Andreoli   Racconti, storie, vicende che si svolgono in quell'agghiacciante regno dell'assurdo che è molto spesso la realtà quotidiana, nella quale ciascuno di noi coltiva - apertamente, o in segreto - la propria follia, il proprio 'mal d'essere'. C'è - in queste parabole - chi scopre un insospettato strumento d'amore e chi, dietro una corazza apparentemente inscalfibile, cela segrete inconfessabili debolezze; c'è chi dispone di maschere per mille occasioni e chi crea un mondo virtuale di immagini schiacciando i pulsanti di un telecomando. Uomini che improvvisamente rinunciano al mondo per diventare barboni, prostitute che si raccontano favole per vivere, alcolizzati e drogati in cerca di un sogno impossibile Nessuno dei protagonisti e dei personaggi di questi racconti ha un nome che lo identifichi: sotto la personale sofferenza si cela e si rivela il volto di ognuno, circondato dalla follia e folle lui stesso. Vittorino Andreoli si accosta alla 'follia quotidiana' rinunciando alla schematica terminologia clinico-scientifica per mostrare la componente umana che la attraversa. Ne nasce un libro intrigante e inquietante, che rimanda a ciascuno di noi. Un'accesa tensione intellettuale che strappa il velo all'ipocrisia dell'apparente normalità.

Fuga dal mondo
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Andreoli, Vittorino

Fuga dal mondo

BUR, 18/04/2012

Abstract: C'era un silenzio irreale, cupo, profondo. Un silenzio di pietra, tombale, eterno. In quel cubo freddo, essenziale, storto, disadorno, privo di qualsiasi decorazione che non fossero le linee geometriche. Un silenzio scolpito per sempre. Vittorino Andreoli Fuga dal mondo è un'opera polifonica, che affianca un tormentato romanzo familiare, Novecento italiano, a uno scritto più allegorico, Tzero, teso a illuminare i fondamenti filosofici della narrazione. Verona, seconda metà del secolo scorso. Angelo Spini, erede di generazioni e generazioni di contadini, si affranca dal suo passato studiando e inventandosi un lavoro: quello appunto di inventore, di idee, progetti, marchi, slogan. Ben presto però si accorge che il suo bisogno di rivalsa sociale lo rende schiavo del potere, proprio di quel potere da cui avrebbe voluto liberare se stesso e la sua storia. Si costruisce allora una villa in collina a forma di cubo, sull'orlo di un precipizio, dove trovare la pace fuggendo dal mondo. Come se fosse il lato oscuro e inconscio della stessa storia, Tzero squarcia il velo di realismo che nasconde altre, più intense verità. Qui Andreoli scardina le strutture del romanzo classico per lasciare spazio a voci che dialogano in libertà sul mondo, la sua origine, la sua fine. Sul filo del delirio seguiamo i passi di un monaco, alter ego di Angelo Spini, che a sua volta si rifugia in un cubo, chiudendosi a qualunque ingerenza esterna. Vittorino Andreoli, attraverso questi due percorsi paralleli, torna ancora una volta a offrire la sua interpretazione della condizione umana, intessuta di paura, di solitudine e follia.

I giardini della miseria e altre storie
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Andreoli, Vittorino

I giardini della miseria e altre storie

BUR, 19/04/2012

Abstract: 'Dentro di me non ho mai sentito la duplicità delle culture. Io faccio sempre la stessa cosa, una sola: mi occupo dell'uomo, lo studio nel suo comportamento, in azioni che talora si fanno estreme e giungono a uccidere un altro uomo. Un comportamento che si fa follia e che pure parla dell'umanità.

La mela è pronta e altri racconti
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Andreoli, Vittorino

La mela è pronta e altri racconti

BUR, 19/04/2012

Abstract: Dal lettino di psichiatra all'invenzione letteraria. Da qua¬rant'anni Vittorino Andreoli analizza i fenomeni della diversi¬tà, della sofferenza psichica e della devianza non solo con le armi della ricerca e della scienza, ma da altrettanti, anche se segretamente, con lo strumento straordinario della narrativa.I casi da lui raccontati si trasformano così da fredde cartelle cli¬niche in una ricostruzione fantastica che ci mette davanti agli occhi situazioni violente, tragiche, bizzarre, mostrandoci come esse nascano e crescano all'interno dei suoi personaggi (non si sa fino a che punto inventati). Una serie di racconti che ci faranno capire quanto vicino a noi corra la sottile linea rossa che separa la normalità dalla follia.

I miei matti. Ricordi e storie di un medico della mente
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Andreoli, Vittorino

I miei matti. Ricordi e storie di un medico della mente

BUR, 03/05/2012

Abstract: Ricordi e storie di un medico della mente 'Immensi spazi vuoti, di un bianco gelido. Il bianco era il colore della morte. Il bianco era il colore della follia, della follia intesa come pre-morte.' Vittorino Andreoli Poco meno che ventenne, Vittorino Andreoli varca per la prima volta la soglia di un manicomio. È l'inizio di una grande passione, di una lunga carriera a stretto contatto con i matti, con le grandi questioni della ricerca, con le drammatiche esigenze dei malati di mente, fino all'ultimo giorno, quello della decisione di abbandonare per sempre i luoghi della follia. Anni di osservazione, di esperienze forti, scoperte appassionanti e avvilenti frustrazioni di fronte al dolore psichico: storie di pazienti che rivivono per noi in queste pagine, nelle memorie di un medico che ha visto cambiare la psichiatria e che ha contribuito ad alcune delle sue importanti trasformazioni. Un documento prezioso, ma soprattutto un percorso sincero, autobiografico, pieno di affetto, dentro una condizione umana così misteriosa, che ci riguarda tutti da vicino. Perché i matti sono uomini tra gli altri uomini.

Lettera a un adolescente
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Andreoli, Vittorino

Lettera a un adolescente

BUR, 16/05/2012

Abstract: C'è un forte desiderio di condivisione alla base di questo libro, un'urgenza comunicativa che Vittorino Andreoli ha racchiuso in uno dei suoi testi più intensi: una lettera indirizzata a un adolescente, scritta per colmare la distanza che spesso separa le generazioni dei padri da quelle dei figli, un muro di dolorosi silenzi che inasprisce le reciproche incomprensioni. Senza dettare soluzioni già confezionate e senza assumere il tono di chi conosce la verità, Andreoli riflette sulla complessità dell'adolescenza. Una fase della vita segnata da profondi cambiamenti e in cui è facile rifugiarsi nella cieca trasgressione, nell'eroismo del sabato sera, nel ricatto delle droghe o nell'illusoria sicurezza di chi si nasconde nel branco per evitare di fare i conti con se stesso. Ed è con l'entusiasmo dei suoi anni e la saggezza di una lunga esperienza umana e professionale che Andreoli si rivolge al destinatario di questa lettera invitandolo a riconoscere la propria sofferenza e a non mascherare le debolezze per attraversare con gioia il segreto della sua età.

Vecchio mondo
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Andreoli, Vittorino

Vecchio mondo

BUR, 13/06/2012

Abstract: Verona, piazza Dante. Sotto il monumento all'Alighieri quattro pensionati si incontrano ogni giorno: sempre lo stesso bar, sempre lo stesso tavolino, sempre lo stesso caffè. Guardano la vita che scorre davanti ai loro occhi, seguono i passi veloci delle persone che attraversano la piazza e sembrano sempre di corsa, sempre in ritardo. Per loro invece il tempo è come se non esistesse: giunti al termine della loro vita lavorativa sono finalmente liberi. Ma contemporaneamente sentono di allontanarsi ogni giorno dalla realtà che li circonda, fatta di violenza, ingiustizia, odio e rassegnazione, che non riconoscono e non sentono più loro. Così, attraverso i racconti, cominciano una lenta fuga nello spazio della fantasia: qui possono tessere delle storie che parlino di loro stessi e di un vecchio mondo dove vincono il bene, il coraggio e la speranza. Un mondo che ormai sembra non esistere più. Usando le narrazioni di questi quattro amici, Vittorino Andreoli ci porta a interrogarci sulle fasi della vita, sul presente e sul futuro, sulla nostra società e soprattutto sul ruolo dell'uomo nella storia.

La vita digitale
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Andreoli, Vittorino

La vita digitale

BUR, 13/06/2012

Abstract: Ormai abbiamo in tasca il mondo intero. In pochi centimetri di plastica e microchip sono racchiuse infinite possibilità di comunicare, informarsi, divertirsi, concludere un affare, e addirittura innamorarsi. È il telefonino: simbolo dell'era digitale, strumento che incarna e riassume il bisogno tutto umano di parlare, ascoltare, capire. C'è chi sfoggia il modello di quarta generazione e chi eredita quelli dei fratelli maggiori. Chi ci urla dentro gesticolando e chi lo contempla come in un raptus. A tutti, questo piccolo oggetto ha rivoluzionato la vita. In meglio o in peggio? Stiamo rischiando di chiuderci in un autismo digitale? Di volta in volta idolatrato come l'incarnazione stessa del progresso o al contrario additato come allegoria di una generazione incapace di relazionarsi con sé e con il prossimo, il telefonino è lo specchio di un'epoca, dà corpo alle contraddizioni di tutta la società. Vittorino Andreoli prende le mosse dall'uso e abuso del cellulare per interrogarsi sugli uomini, le donne e soprattutto i ragazzi e le ragazze di oggi, sui loro stili di vita, sui loro atteggiamenti verso gli altri, verso la vita stessa. Celebra le conquiste dell'informatica e le opportunità illimitate di un mondo in cui le distanze non esistono più, ma al contempo ci invita a non perdere di vista la dimensione umana, a non sacrificare la nostra intelligenza a un idolo tecnologico. E a non affidare alle macchine il nostro potere di pensare e decidere.

Vestiti d'ignoto
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Andreoli, Vittorino

Vestiti d'ignoto

BUR, 03/07/2012

Abstract: In una piazza abbandonata di periferia, attorno a un palo della luce senza lampadina, si riunisce la sera un gruppo di ragazzi che non si conoscono neppure per nome. Sotto quella luce spenta passano il loro tempo, senza comunicare, come se ricercassero solamente il vuoto. Ragazzi senza un'identità, a volte apatici, a volte disorientati, che prediligono il buio, lo spazio franco, la libertà, il vuoto della notte. Qui si consumano, indifferenti alla vita della città, degli uomini. Alla ricerca di un nulla in cui sembrano ritrovarsi, senza nulla da desiderare. Vittorino Andreoli racconta in questo romanzo il mondo di tanti giovani di oggi, ragazzi senza niente "da fare", che procedono privi di meta, e porta alla luce uno spettacolo doloroso e inquietante, che ci colpisce e ci fa riflettere, un dramma di cui sappiamo sempre di meno e che pure ci riguarda da vicino. Un'immersione nel mondo giovanile attraverso una scrittura intensa e istintiva, che oltrepassa l'analisi psicologica per entrare nei singoli vissuti dei nostri ragazzi, sempre più misteriosi agli occhi dei loro stessi padri. Ragazzi vestiti d'ignoto.

Il cardinale
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Andreoli, Vittorino

Il cardinale

BUR, 03/07/2012

Abstract: "L'uomo non dovrebbe mai, in nessuna situazione, potersi pensare Dio, potente come il Signore dei Signori." Vittorino Andreoli Un uomo che, fin da bambino, vive nella paura. E che per difendersi cerca rifugio nella religione. Entra in seminario, si appassiona all'immagine di Dio. L'incontro con la teologia, un'inaspettata ascesa nella carriera ecclesiastica, arciprete, vescovo, fino alla nomina a cardinale, poi il precipizio; una malinconia strisciante, insistente, che si trasforma in crisi, in conflitto aperto, quando il protagonista non è più in grado di negare a se stesso ciò che deve continuare a nascondere agli altri: Dio non esiste. Senza più fede, ma incapace di rinunciare alla porpora della sua toga, il cardinale viene indicato come probabile papa. Ed è proprio nel conclave per l'elezione del nuovo pontefice che sarà costretto ad affrontare la contraddizione che lo consuma. In un romanzo ricco di colpi di scena, Vittorino Andreoli, con la maestria che lo contraddistingue, ci porta dentro all'eterno conflitto tra la maschera e il volto, tra l'immagine che diamo di noi e le più intime lacerazioni del nostro animo.

Elogio dell'errore
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Andreoli, Vittorino - Provasi, Giancarlo

Elogio dell'errore

BUR, 05/09/2012

Abstract: In una società che ci vuole sempre perfetti, diventa ogni giorno più importante tornare a comprendere la valenza di uno sbaglio e la sua portata all'interno del cammino di formazione di ciascun individuo. Vittorino Andreoli e Giancarlo Provasi si confrontano sul significato psicologico e sociale dell'errore: le motivazioni da cui scaturisce, gli effetti che produce, la percezione che se ne ha, il contesto sociale in cui si verifica, la ragione e la volontà implicate. Come si valuta uno sbaglio e quali sono quelli più gravi? Di una scelta errata si devono giudicare anche le intenzioni o semplicemente gli effetti? E cosa ha più peso, le conseguenze immediate o quelle a lungo termine? Due voci e due approcci differenti che insieme tracciano un ritratto a tutto tondo dell'essere umano colto nel suo agire quotidiano, nella dimensione privata così come in quella sociale. Un dialogo stimolante e costruttivo, un'intensa riflessione sulla vera natura dell'uomo e sulla sua irripetibile fragilità.