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Gli illegali
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Silvis, Piernicola

Gli illegali

SEM Libri, 09/10/2019

Abstract: In una piovosa serata napoletana, due uomini si ritrovano a bordo di una macchina. Non si sono mai visti prima, quello sarà il loro unico incontro. Uno è il mandante, l'altro è il killer. Ripetono il piano concordato, sniffano due strisce di cocaina e si separano.Poco dopo, al secondo piano di un elegante palazzo, la mano del sicario uccide Raffaele Esposito, un vecchio prefetto in pensione. Tutti lo consideravano un professionista mite e rispettabile, ma in realtà negli anni Esposito era entrato a stretto contatto con il potere romano e i suoi segreti.Poco prima di venire assassinato, sembrava fosse sul punto di dare alle stampe un memoriale esplosivo. Pagine che avrebbero coinvolto molte influenti personalità della storia più recente del Paese, e non solo.Per capire cosa ci sia davvero sotto quel delitto, il capo della Polizia invia a Napoli Renzo Bruni e la sua squadra, già protagonisti dei precedenti thriller di Silvis che raccontano la mafia foggiana, Formicae e La Lupa. All'inizio le indagini si concentrano sull'inquietante passato dell'anziano prefetto, ma ben presto l'attenzione degli investigatori si sposta su un equivoco avvocato il cui studio sta andando in fallimento.Da quel momento, Bruni e la sua squadra scoperchiano un mondo di torbidi interessi che legano gli ambienti mafiosi a magistrati corrotti e avvocati che hanno svenduto la toga.Nel corso dell'inchiesta emergerà tutto il marcio che circondava la vita di Esposito, gli occulti intrecci tra Camorra, poteri locali e vertici dello Stato, in un susseguirsi di festini a base di cocaina e sesso violento. E il sacrificio dell'ex prefetto risulterà al centro di un folle quanto imprevedibile disegno criminale partorito da menti spregiudicate.

Extravergine. Vergini si nasce o si diventa?
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Moscardelli, Chiara

Extravergine. Vergini si nasce o si diventa?

Solferino, 19/09/2019

Abstract: A quasi trent'anni ci sono difetti che nessuno ti perdona, e uno di questi è la verginità. Dafne Amoroso lo sa benissimo, anche perché la sua esuberante amica Ginevra glielo ripete di continuo. C'entra la sua cronica timidezza? La mancanza del padre, che non ha mai conosciuto? O magari un'infanzia funestata da una madre ex attrice di film pornosoft, nudista e fricchettona, che fin dalla pubertà ha tentato a ogni costo di indurre la figlia a liberarsi da quel problemuccio? Trasferirsi a Milano dalla Puglia è stato inutile: a Dafne non succede niente, da nessuna parte. Tanto che quando prende l'aereo diretta in Azerbaijan, per un'improbabile settimana seminariale sul romanzo Regency, lei non pensa certo che la sua vita stia per cambiare. E invece.L'incontro-scontro con un uomo misterioso all'aeroporto, un inseguimento in taxi, un camion pieno di capre e l'inevitabile incontro nel fienile sono solo l'inizio di un'avventura esotica che, incredibilmente, proseguirà a Milano. Qui infatti Dafne viene assunta nientemeno che da "Audrey", patinatissima rivista femminile in cui sembra destinata a passare da un equivoco a un altro ancora peggiore. E a scoprire che non è così facile lasciarsi alle spalle il fascinoso Mathias Gallo e la promessa che le ha fatto… L'esilarante romanzo di formazione di una ragazza moderna che avrebbe tanto voluto essere all'antica, ma imparerà che nulla può fermare chi ha deciso di cambiare

L'anello della verità
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Doniger, Wendy

L'anello della verità

Adelphi, 26/09/2019

Abstract: Perché sesso e gioielli sono così spesso correlati? Perché gli anelli si insinuano di continuo nelle storie di amore e tradimento, matrimonio e adulterio, perdita e ritrovamento, identità e maschera? Per rispondere a queste domande, Wendy Doniger segue il filo conduttore del simbolismo dei gioielli circolari nel suo dipanarsi tra i miti, il folklore, le fiabe, le canzoni, i film e la grande letteratura di tutti i tempi e di tutte le culture, dall'India antica ai romanzi cavallereschi, dal teatro greco alle saghe norrene, dalla Francia rivoluzionaria a Hollywood. È un intreccio di generi, un oceano di racconti in cui si naviga sotto la guida sicura di una grande studiosa dallo stile arguto, ironico e affabulatorio, che, nel consueto rigore dell'argomentazione, affianca "Gli uomini preferiscono le bionde" e Siegfried, Salomone e Shakespeare, Shakuntala e Maria Antonietta – in un infinito cerchio ipnotico.

Dove non si parla d'amore e altri racconti
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Berberova, Nina

Dove non si parla d'amore e altri racconti

Adelphi, 26/09/2019

Abstract: Nei racconti che compongono questo volume non si parla d'amore, ma delle emozioni senza nome, senza etichetta, che vincolano il cuore di un'umanità spaesata, non connotata da ruoli o qualifiche, stupita dal fluire del tempo come dagli scarti improvvisi del destino, in cerca di sé nelle stanze di case non riconoscibili, in chiese abbandonate a una sacralità senza riti, in città sospinte dalla storia in altri universi. Quel sommovimento di tutto, quel senso di perpetua precarietà che la Rivoluzione russa impose in una vasta parte del mondo diventano qui un clima e un fondale psicologico. L'esilio come condizione dello spirito, espressione dello smarrimento e della vulnerabilità dell'anima di fronte al definirsi della vita, al profilarsi dei suoi inattesi contorni – e nonostante tutto un'ostinata vitalità di sentimenti, un'ingenua fedeltà all'esistenza: questa l'acuta attualità di Nina Berberova, il nodo che si stringe e si allenta nella sua scrittura, immersa in quella luce sensuale della mente che la letteratura russa irradia da Puškin a Pasternak."Dove non si parla d'amore" si compone di diciannove racconti, scritti e pubblicati negli anni Trenta, ma ora per la prima volta raccolti in volume.

Il muro. La fine della guerra fredda in quindici storie
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Cancellato, Francesco

Il muro. La fine della guerra fredda in quindici storie

Egea, 30/08/2019

Abstract: Berlino bombardata di caramelle; il Muro sorvolato da centinaia di palloncini colorati; una comune anarchica ed ecologista che, nel cuore della città, si autoproclama "la Terza Berlino". E ancora: i ritratti di tre futuri leader colti nel momento in cui le loro vite prendono la direzione che li condurrà dove sono oggi; e le vicende di pochi individui a simboleggiarne migliaia, forse per molti versi simili, sicuramente mai approdate sui testi di storia o anche solo nelle tante pagine di cronaca scritte durante la guerra fredda. Dalla Storia con la maiuscola alle storie di donne e uomini, dal passato al presente, da una capitale spezzata e contesa al mondo globalizzato, questo libro offre al lettore quindici episodi realmente accaduti attraverso cui il Muro si racconta e ci racconta, aiutandoci a capire da dove veniamo e a interrogarci su dove stiamo andando.

Heimaey
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Manook, Ian

Heimaey

Fazi Editore, 10/10/2019

Abstract: Kornelíus, un poliziotto islandese possente come un troll, che canta musica folkloristica in un coro di donne, trova un cadavere in una solfatara, spellato dal ventre in giù. Mentre cerca una spiegazione per quel delitto associato a uno strano rituale, è anche alle prese con la mafia lituana, a cui deve dei soldi; per estinguere il suo debito, s'impegna a ritrovare due chili di cocaina rubati da un mozzo durante una transazione in mare. Negli stessi giorni, giunge in Islanda il giornalista Jacques Soulniz: quarant'anni dopo aver visitato l'isola con un gruppo di amici, vi fa ritorno con la figlia Rebecca, la sua ribelle Beckie, con la quale cerca di riallacciare un rapporto compromesso. Sin dalle prime tappe, però, il loro soggiorno prende una piega inaspettata: l'uomo è inseguito dalle ombre del suo passato e sembra avere un conto in sospeso con quelle terre misteriose, che hanno in serbo per lui un'implacabile vendetta. Le strade di Kornelíus e Soulniz si incroceranno in un gioco crudele orchestrato dal destino. Dopo le steppe mongole della trilogia di Yeruldelgger, Ian Manook ci accompagna in Islanda, fra ghiacciai, vulcani, antiche leggende, scogliere impervie a picco sul mare: un paese di una bellezza abbagliante, modellato dalla collera millenaria dell'oceano. Un'Islanda arcana e luminosa, in cui dietro ai paesaggi immacolati si celano traffici illeciti di ogni sorta. Un thriller dal ritmo serrato, con personaggi indimenticabili e un'ambientazione unica: Ian Manook è tornato e non deluderà i suoi molti fan."Un viaggio di iniziazione nelle terre islandesi. Dietro una scrittura straordinaria, ritroviamo con piacere il talento di Ian Manook nel mettere in scena la natura, la cultura e i riti ancestrali di un paese"."Le Parisien""Un road trip islandese. Una storia di vendetta che si tinge di magia sullo sfondo di paesaggi spettacolari"."Le Devoir""Ian Manook al suo meglio"."Page des libraires"

La libertà possibile
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Wilkerson Sexton, Margaret

La libertà possibile

Fazi Editore, 10/10/2019

Abstract: 1944, New Orleans. Evelyn proviene da una delle più rispettate famiglie della città e quando si innamora di Renard, un ragazzo qualsiasi, senza soldi e dal futuro incerto, in casa scoppiano le tensioni. Le riserve della famiglia di lei e la decisione di lui di partire per la guerra come volontario metteranno alla prova la relazione tra i due.Negli anni Ottanta, la figlia di Evelyn, Jackie, è una madre single: il marito Terry è andato via di casa nel tentativo di combattere la sua tossicodipendenza, lasciando soli lei e il figlio T.C. L'inaspettato ritorno dell'uomo sconvolge la ritrovata normalità di Jackie, la quale è lacerata dall'idea di dargli un'altra opportunità.Nel 2010, in una New Orleans che porta ancora i segni dell'uragano Katrina, il venticinquenne T.C. è appena uscito di prigione quando il suo amico Tiger gli propone un "grande affare". L'arrivo di un figlio sconvolgerà i piani del ragazzo, ma non il giro di eventi che ormai si è innescato.Tre generazioni, tre destini e tre epoche a confronto: La libertà possibile racconta la faticosa conquista della libertà da parte dei membri di una famiglia di colore, oltre i pregiudizi sociali e le aspettative dei familiari, fra sogni infranti e porte che invece si aprono. Con una scrittura incisiva e ricca di sfumature, che le è valsa la nomina al National Book Award 2017, Margaret Wilkerson Sexton costruisce un romanzo d'esordio in cui la brillante analisi sociale e la raffinata descrizione dei sentimenti umani sfiorano l'esattezza fotografica."Il romanzo d'esordio di Margaret Wilkerson Sexton, La libertà possibile, una storia familiare ambientata a New Orleans, è davvero un grandissimo libro!".Tayari Jones"Questo brillante e ben riuscito romanzo d'esordio illumina di una luce vivida e compassionevole tre generazioni di una famiglia di colore di New Orleans, concentrandosi più sulla loro capacità di resistenza che sulle ingiustizie subite"."The New York Times Book Review""Un romanzo commovente, ingegnosamente costruito su un andirivieni costante tra le diverse storie dei protagonisti e i salti temporali. Margaret Wilkerson Sexton ritrae l'intreccio dei personaggi e degli eventi in modo penetrante e ricco di sfumature, mostrando come le avversità a cui ci sottopone la vita vengano amplificate dalle ingiustizie e dalle disparità razziali di ciascuna epoca"."The Washington Post"

Fare spazio alle attivita culturali
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Baioni, Mauro - Baioni, Mauro

Fare spazio alle attivita culturali

Quodlibet, 18/10/2018

Abstract: Nelle città sono presenti luoghi accoglienti e democratici nei quali si svolgono attvità culturali che possono essere intese come l'espressione di una forma avanzata di welfare, inclusiva e abilitante, alla quale possono partecipare attivamente anche persone provenienti da nazioni differenti. L'associazione eddyburg ha promosso nel 2017 una ricerca indipendente, per verificare se questo tipo di spazi culturali possa essere considerato come un servizio d'interesse generale essenziale, di cui garantire una presenza capillare. E se sia utile includere tali strutture fra i requisiti obbligatori che devono essere rispettati nella formazione dei piani urbanistici. Il quaderno restituisce l'esito della ricerca, al termine della quale possiamo affermare l'importanza di uno "standard di valore", non basato su proporzioni e requisiti minimi, ma inteso come un riconoscimento formale degli spazi culturali come parte essenziale del diritto alla città. Un dispositivo abilitante, quindi, capace di stimolare l'attivazione di politiche urbane orientate al riconoscimento dei luoghi dove si costruiscono quotidianamente la convivenza e l'integrazione culturale come fulcri dell'organizzazione della città.

Dal Settecento al Romanticismo
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D'Angelo, Paolo

Dal Settecento al Romanticismo

Quodlibet, 13/03/2019

Abstract: Si apre con il presente titolo una Storia dell'estetica moderna che proseguirà con altri due volumi: Da Kant a Hegel e Dall'Ottocento a oggi. Non si pensi però ad una storia di impronta manualistica, che si limiti a enumerare pedissequamente tutti gli autori e tutte le correnti. L'opera è infatti costruita per singoli saggi, e non mira quindi a unaimpossibile completezza, quanto piuttosto all'approfondimento di alcune questioni rilevanti, in grado però di far luce sull'intero campo delle idee estetiche di un'epoca. Così Dal Settecento al Romanticismo comincia – dopo una necessaria premessa metodologica sulla storia dell'estetica che è anche un piccolo periplo attraverso le altre storie della disciplina – con la ricostruzione genealogica di tre temi centrali dell'estetica illuministica: il tema del gusto (inseguito a ritroso fino alle sue origini), quello del Je ne sais quoi (riscattato da facili irrisioni e liquidazioni) e quello del caratteristico (nella sua dialettica con la bellezza ideale). Tale approccio consente di recuperare autori appartati ma tutt'altro che secondari, come Spalletti o Arteaga – dietro i quali, comunque, si intravede un gigante come Winckelmann – e permette di collocare nella giusta luce figure talora fraintese, come Moritz, troppo spesso appiattito sui suoi ingombranti contemporanei, Kant e Goethe. La seconda parte del volume è dedicata ad alcuni problemi fondamentali dell'estetica romantica, quali il primato della pittura rispetto alla scultura, l'esaltazione dell'immaginazione, la teoria del romanzo e l'enigmatico statuto dell'ironia.

Roland Barthes Club Band
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Bruno, Marcello Walter - Fadda, Emanuele - Bruno, Marcello Walter - Fadda, Emanuele

Roland Barthes Club Band

Quodlibet, 20/02/2018

Abstract: A un quarto di secolo dalla morte e a un secolo dalla nascita, cosa resta di Roland Barthes e delle creature teoriche che ha generato?Diventato, non romanziere – come avrebbe voluto – ma personaggio romanzesco, maestro acclamato ma non capostipite di una scuola, si può dire che Barthes abbia superato la prova del tempo? Tormentato dall'ansia di auto-superarsi, di scappare dall'istituzione e dal dogma, non è però riuscito a sfuggire al suo destino di classico. Le sue categorie – piacere e godimento, studium e punctum, testo e retorica – sono ormai patrimonio comune. Ma, in questi casi, si rischia di finire nella galleria dei padri nobili, che è come dire dei libri che non si leggono più. E invece Barthes è anzitutto un autore bello da leggere e rileggere.Questa raccolta di saggi – frammenti di un dialogo amoroso con gli scritti e la scrittura di Barthes, redatti da autori che da diversi ambiti disciplinari provano a rimappare il complesso universo di un maestro dai molteplici interessi e dai molteplici disinteressi – è un contributo allo studio di una delle figure più intriganti della French Theory.

Abbecedario del reale
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Cimatti, Felice - Pagliardini, Alex - Pagliardini, Alex - Cimatti, Felice

Abbecedario del reale

Quodlibet, 20/03/2019

Abstract: "È evidente che le cose del mondo umano sono cose di un universo strutturato in forma di parola, e che il linguaggio, i processi simbolici, dominano, governano tutto". Il paradosso del reale è in questa affermazione, rimossa ma non per questo meno attuale, di Jacques Lacan (Seminario VII). Il reale del mondo (come è il mondo), nonostante tutto il nostro desiderio di realismo, ci è precluso, perché il mondo ci appare già da sempre invischiato nel nostro stesso indicarlo e dirlo, a partire da questo presuntuoso articolo determinativo che sembra già dirci tutto, ad esempio che è il mondo. Come arrivare,allora, al reale del mondo? C'è un solo modo, per arrivarci, per provare (fallendo) ad arrivarci. Sprofondare fino in fondo in quello stesso linguaggio che peraltro ci impedisce di toccare il reale. Il libro – scritto da filosofi, psicoanalisti, scrittori, poeti, artisti – prova a mostrare questo paradosso, quello di chi, dentro il linguaggio, addita qualcosa "fuori dal mondo". Un possibile tragitto, da Azione a Zero, di alcuni dei modi per uscire da noi stessi, e quindi dal linguaggio, senza però mai abbandonarlo.

Il primato dell'occhio. Temi e metodo della storia dell'arte in età moderna
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Angelini, Alessandro

Il primato dell'occhio. Temi e metodo della storia dell'arte in età moderna

Quodlibet, 29/07/2019

Abstract: Le opere d'arte parlano da sole e, a secoli di distanza, gli antichi maestri "continuano a inviarci il loro inconfondibile raggio di luce". È importante però esaminare dipinti e sculture nella loro dimensione più concreta, leggere in modo corretto il linguaggio figurativo che li caratterizza. Questo libro ambisce quindi a essere una guida per comprendere meglio i lineamenti fondamentali, i temi e i contenuti della storia dell'arte nella prima età moderna – dal Rinascimento all'Illuminismo – e a illustrare al lettore i primi strumenti di un appropriato ed autonomo metodo di studio. Il titolo, Il primato dell'occhio, allude alla testimonianza figurativa come documento primario di per sé, legando idealmente le riflessioni di Leonardo sulla vista come strumento fondamentale di giudizio alla tradizione dei conoscitori, le analisi di Vasari agli attuali metodi attributivi ed esegetici. Queste pagine intendono però anche far riflettere su alcuni grandi temi, come la periodizzazione della storia dell'arte moderna, i mutamenti che si registrano nei rapporti tra artisti e società, pittura e cultura umanistica, produzione figurativa e dibattito religioso nel Cinquecento.

Crisi come arte di governo
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Gentili, Dario

Crisi come arte di governo

Quodlibet, 11/01/2019

Abstract: La crisi domina il passaggio d'epoca che stiamo vivendo. È in crisi l'economia, ma sono in crisi anche la politica, almeno per come l'abbiamo conosciuta nel secolo scorso, e le nostre stesse esistenze individuali, rese vulnerabili dalle oscillazioni del mercato del lavoro e dal disfarsi dei legami sociali e politici ereditati dalla modernità. Eppure, contrariamente a quanto una certa tradizione vorrebbe indurci a pensare, questa crisi non passa: sembra permanente, senza vie d'uscita e senza alternative. Ricostruendo una genealogia politica del termine che spazia dal mondo greco all'odierno neoliberalismo, questo libro intende dimostrare che la krisis, nel suo significato di "decisione" tra rivoluzione e conservazione, è una peculiarità dell'epoca moderna, mentre, in origine come oggi, il concetto di "crisi" si è dimostrato uno fra i più efficaci strumenti di disciplinamento sociale, di amministrazione dell'ordine. Il percorso analitico dell'autore, che si snoda da Platone ad Hayek, dalla scienza giuridica e medica dell'antichità fino all'attuale tecnocrazia, passando per le "armi della critica" di Marx e Gramsci, giunge infine, con Benjamin e Foucault, a individuare nella precarietà come arte di governo la "forma di vita" propria della crisi. Ma non elude la più pragmatica delle domande: "Come riaprire il campo delle alternative politiche?".

L'Europa di Simone Weil. Filosofia e nuove istituzioni
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Fulco, Rita - Greco, Tommaso - Fulco, Rita - Greco, Tommaso

L'Europa di Simone Weil. Filosofia e nuove istituzioni

Quodlibet, 31/07/2019

Abstract: Il punto di partenza della riflessione comune che questo volume offre ai lettori è stata la frase che Simone Weil (1909-43) scrive in chiusura de La persona e il sacro: "Al di sopra delle istituzioni destinate a proteggere il diritto, le persone, le libertà democratiche, occorre inventarne altre destinate a discernere e abolire tutto ciò che nella vita contemporanea schiaccia le anime sotto l'ingiustizia, la menzogna e la bruttezza. Occorre inventarle perché sono sconosciute, ed è impossibile dubitare che siano indispensabili". A partire da essa, alcuni autorevoli studiosi del pensiero weiliano italiani e stranieri si sono chiesti, anche in riferimento all'attuale situazione europea, quali potessero essere le riflessioni di Simone Weil da prendere in considerazione per rispondere a domande sempre più urgenti: quale orizzonte etico e spirituale, quale filosofia possono far nascere le nuove istituzioni di cui Weil avvertiva la necessità? Che tipo di istituzioni potrebbero essere? Quale relazione tra spiritualità, etica e politica si dovrebbe articolare in esse, e secondoquali modalità? Il risultato di questo ragionare comune vorrebbe essere, innanzitutto, une réflexion en vue d'un bilan, come scriveva Weil, non solo sulle potenzialità inespresse del pensiero weiliano, ma anche su quelle dell'Europa.

Un anno di scuola
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Stuparich, Giani - Sandrini, Giuseppe

Un anno di scuola

Quodlibet, 14/09/2017

Abstract: Trieste, 1909. Una ragazza ottiene, per la prima volta, l'accesso all'ottavo anno del ginnasio, passaggio obbligato per accedere agli studi universitari e conquistarsi un futuro di libertà e indipendenza. Sola femmina tra venti allievi maschi, catalizza inevitabilmente le attenzioni e le emozioni di tutti: ognuno, a suo modo, si innamorerà di lei, di quella figurina che vorrebbe essere nulla più che una compagna di studi e di scherzi spensierati, una voce nel coro concorde della classe.Edda Marty, la protagonista di Un anno di scuola, è l'incarnazione di un ideale femminile che soltanto la città di Svevo e di Saba poteva produrre: insieme fragile e forte, seria e irriverente, dolce e "temeraria", come la definisce Stuparich all'inizio. La storia del suo incontro con Antero, il compagno più riservato e sensibile, si sviluppa in un vortice drammatico che, tra amore e morte, accompagnerà la classe verso gli esami. Ritratto di un'epoca irripetibile della vita, il racconto (pubblicato per la prima volta nel 1929) è anche una struggente rivisitazione della Trieste di inizio secolo, di quella Vienna calata sull'Adriatico dalla quale sono uscite alcune delle pagine più autentiche della nostra letteratura.

Sportivo sarà lei
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Viola, Beppe

Sportivo sarà lei

Quodlibet, 05/10/2017

Abstract: Divertire e divertirsi era il talento di Beppe Viola. Con questo libro, fatto di testi dimenticati o dispersi ("fogli, foglietti, appunti… più un tot di pezzi strepitosi, distribuiti a chi capiva la stoffa e a chi no", racconta Giorgio Terruzzi), veniamo catapultati nel laboratorio Viola in tutta la sua più irriverente sardonicità, lì dove è concentrato il suo istinto creativo, fatto di sorpresa, stupore, spiazzamento. Naturalmente, si parla di calcio: Milan, Inter, doping, arbitri, moviola, presidenti, tifosi, ma anche di rugby, amicizia, cavalli, donne; poi ci sono interviste mai realizzate, una serie di "quelli che" tagliati dalla canzone, progetti per altre canzoni, spot pubblicitari e trasmissioni radiofoniche.Sono pezzi che possono essere letti anche come una biografia in filigrana dell'ultimo Viola, segnata dalla creazione dell'agenzia giornalistica Magazine, altrimenti detta Marchettificio: "La scelta dei collaboratori – scrive Viola a Franco Carraro, presidente del Coni – viene fatta soltanto ed esclusivamente sulla base della mia simpatia personale. In tanti anni di marciapiede sappiamo perfettamente quali sono i giornalisti bravi, quelli modesti, chi becca la stecca e chi lavora seriamente e con competenza".Quella Milano e quell'Italia vengono spietatamente scansionate dal suo occhio vigile e malinconico, e filtrate da un "lessico famigliare" che è ormai diventato patrimonio nazionale.Accompagnano la raccolta le testimonianze inedite della figlia Marina Viola, autrice di Mio padre era anche Beppe Viola (Feltrinelli 2013), di Giorgio Terruzzi, noto commentatore sportivo e scrittore, nonché allievo e grande amico di Beppe Viola, e di Marco Pastonesi, anche lui noto giornalista sportivo e scrittore, che ai tempi lavorava per "Vogue", il giornale "per abbronzati a novembre".Con scritti di Marco Pastonesi, Giorgio Terruzzi e Marina Viola

A che ora si mangia? Approssimazioni storico-linguistiche all'orario dei pasti (secoli XVIII-XXI)
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Barbero, Alessandro

A che ora si mangia? Approssimazioni storico-linguistiche all'orario dei pasti (secoli XVIII-XXI)

Quodlibet, 05/07/2017

Abstract: "La realtà è che gli orari dei pasti sono una costruzione culturale e cambiano non solo da un paese all'altro, ma da una classe sociale all'altra e anche da un'epoca all'altra."Tra la fine del Settecento e i primi anni dell'Ottocento l'aristocrazia a Londra e a Parigi modificò gli orari dei pasti quotidiani. Il pranzo, considerato all'epoca il pasto principale del giorno, venne consumato sempre più tardi, fino alle cinque, alle sei, alle sette del pomeriggio, mentre veniva introdotta una robusta colazione, il déjeuner à la fourchette, a metà mattinata, e scompariva la cena serale. La nuova moda venne adottata nel corso dell'Ottocento dalle classi medie e si diffuse lentamente anche in paesi come la Germania, l'Italia, la Russia, gli Stati Uniti, ma nel frattempo l'aristocrazia inglese e francese spostava l'orario del pranzo sempre più tardi, fino alla sera; col risultato che il divario delle abitudini non si ridusse realmente fino all'egualitario secolo Ventesimo. I contemporanei notarono con interesse questo cambiamento e ne discussero i motivi; la spiegazione più probabile è che le classi dirigenti, in quelle che erano a tutti gli effetti le due massime potenze mondiali, trovarono un nuovo modo per sottolineare la distanza rispetto alla borghesia e il divario fra capitale e provincia, nonché fra paesi moderni e paesi culturalmente arretrati. Il fenomeno, finora mai studiato, è interessante per lo storico come per il linguista, giacché provocò dei mutamenti nella designazione dei pasti che sono ancora oggi oggetto di discussione fra i parlanti; ed è significativo anche per la critica letteraria, dal momento che certi dettagli delle abitudini sociali nel romanzo dell'Ottocento sono incomprensibili se non in questa luce.

Questa è già la mia vita
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Premoli, Marina

Questa è già la mia vita

Quodlibet, 15/03/2018

Abstract: Un pezzo importante della vita di Marina Premoli è storia recente. Che lo abbia voluto o meno, previsto o meno, la sua storia va a comporre insieme a molte altre la controversa e frammentaria narrazione degli anni di piombo.Ma intorno, prima e dopo, si delinea una figura più complessa, reticente, tormentata, che tenta di riparare a una dolorosa storia familiare; che pare buttarsi a capofitto nella lotta armata per sfuggire alla depressione e all'alcolismo; che inaspettatamente accoglie poi la reclusione con sollievo, come l'ultimo estremo riparo dalla violenza e dall'incalzare ansiogeno degli eventi.In un ordine che non è cronologico, ma scandito da una faticosa ricerca del tempo perduto, i ricordi di un'infanzia dorata si alternano ai momenti più drammatici della clandestinità, mentre ogni tanto si riaffaccia la donna di oggi, tornata con il suo difficile passato nei ranghi della buona società, a conferma del fatto che "i borghesi cascano sempre in piedi". Senza nessuna retorica, lontana dal tono eroico di molte memorie di quegli anni, Marina Premoli sembra cercare, più che una spiegazione, soprattutto la forza per riuscire a dire la sua storia, senza omettere né aggiungere nulla. La scrittura asciutta e schietta non si piega a nessuna tentazione assolutoria, a tratti limitandosi a uno scarno resoconto, altrove accendendosi nella commozione, nello sdegno, nel rimpianto.

La solitudine della donna
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Thanopulos, Sarantis

La solitudine della donna

Quodlibet, 07/06/2018

Abstract: Il mondo in cui viviamo non accoglie il desiderio e il dolore delle donne. Il fenomeno persistente del femminicidio mostra i sintomi allarmanti di una malattia collettiva, che minaccia il tessuto costitutivo della relazione erotica con la vita e manifesta l'assenza di moventi passionali reali. Se, come sembra, è in corso un processo di disumanizzazione, i suoi protagonisti ne sono soltanto gli agenti manifesti. Le cause vanno cercate altrove. Gli appelli al ritorno del padre in quanto autorità rassicurante dell'ordine, e dunque salvifica, oscurano la causa più importante dell'attuale disagio della civiltà: la crisi di ogni relazione basata sul desiderio, il lento declino del "letto coniugale". Da sempre la civiltà occidentale assegna all'uomo un potere sociale che eccede il suo ruolo di soggetto desiderante, e questa rendita di posizione ora sembra slittare rapidamente verso lo svuotamento libidico di tutte le relazioni di scambio, rendendole ripetitive, quasi meccaniche. A causa della maggiore libertà della sua organizzazione psicosessuale, la donna può raggiungere una condizione di abbandono più profonda rispetto all'uomo. Nell'amplesso la differenza sfuma, ma una discrepanza resta in tutte le esperienze significative di compenetrazione dei vissuti. Se oltrepassa una soglia di intimità, la donna può trovarsi a tratti sola. L'avanzare di modalità indifferenzianti di relazione erotica emargina il desiderio femminile, spingendo la solitudine verso l'estraniazione da sé.

Hai un cane? È lui che ti ha scelto(a)
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Friedman, Yona - M., Cardelli

Hai un cane? È lui che ti ha scelto(a)

Quodlibet, 04/12/2012

Abstract: "So che ci sono molti libri sull'addestramento dei cani, sui loro rapporti con i padroni e sul modo in cui dovremmo comportarci con loro. Ma so, per esperienza personale, quant'è difficile addestrare il proprio padrone. Ho quindi pensato che un manuale di buone maniere dedicato ai nostri padroni fosse davvero utile". Questo libro ha la forma di un fumetto scritto e disegnato da un cane e dal suo padrone. È un manuale di educazione per tutti coloro che vivono con animali domestici o con altri esseri viventi. Spiega, con semplicità e humour, "come vivere con gli altri senza essere né padroni né schiavi".