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Trovati 9 documenti.

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Libri Moderni

Pavese, Cesare

La bella estate / Cesare Pavese

Torino : Einaudi, copyr. 1949

Opere di Cesare Pavese ; 8

Abstract: Il libro “La bella estate” è immerso nel filone simbolico. E’ la storia di Ginia, una ragazza che lavora presso una sarta. Ginia si trova immersa in un mondo che è opposto al suo : i pittori della Torino degli anni ’40. Ve la introduce un’amica : Amelia, una modella che posa per i pittori. Ginia ne conosce uno, Guido, di cui s’innamora e vive con lui, dividendo la soffitta-studio pur sapendo che non l’ama affatto. Così ella si affida alle mani di Amelia, colpita dalla sifilide. La battuta finale è molto importante per il significato del romanzo che qui viene evidenziato maggiormente ;Ginia dice ad Amelia :”Conducimi tu”. Il romanzo pare un racconto da settimanale femminile, ma è ben più profondo il contenuto. Rappresenta lo scontro tra l’innocenza (Ginia) e la corruzione (Guido ed Amelia). L’innocenza perduta della ragazza è appunto il passaggio da uno stato felice, quello dell’infanzia e della adolescenza, ad uno stato diverso, quello della maturità. Amelia è un personaggio, in parte, negativo, ma necessario al compimento di questo sacrificio. Pavese in lei rappresenta la morte, piuttosto come lui la vede : ambigua, perfida, ma nello stesso tempo invitante, al punto da farsi guidare verso una vita che, a livello personale, non gli appartiene. Così Ginia vede Amelia, tanto da farsi guidare in un mondo che non è il suo. Quindi il gioco con i simboli non è ancora finito

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Libri Moderni

Pavese, Cesare

Prima che il gallo canti / Cesare Pavese ; con una cronologia della vita dell'Autore e del suo tempo a cura di Antonio Pitamitz e una nota introduttiva al romanzo, un'antologia critica, una bibliografia di Marco Forti

Milano : Mondadori, 1967, rist. 1977

Gli Oscar ; 117

Abstract: «I due romanzi han tutt'e due andamento di memorie, e lo stesso tema generale: la posizione d'un intellettuale in un momento di "scelta" politica, non d'idee, che quelle son date per già scelte, ma d'azione, di presenza». Italo Calvino Il carcere e La casa in collina: i due romanzi brevi che sancirono la maturità artistica di Cesare Pavese. Scritti a distanza di dieci anni l'uno dall'altro (il primo è del '38-'39, il secondo del '47-'48), sono diversi per intensità della narrazione, ma analoghi per comunanza d'esperienza umana. Nel Carcere Pavese segue la vita di un confinato politico, Stefano, in un paesucolo del Mezzogiorno. Nella Casa in collina le vicende personali di Corrado si intrecciano inesorabilmente ai drammatici eventi storici di Torino bombardata, la resistenza operaia, i partigiani, i fascisti. Mai come in queste pagine la tormentata riflessione intellettuale di Pavese si unisce a una lucida analisi dei personaggi e dei luoghi, in un confronto serrato tra la solitudine, il ripiegamento interiore, e l'urgenza del mondo, dei fatti che accadono intorno: il tentativo, tutto pavesiano, di una conciliazione profonda e sofferta tra il mito e la storia.

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Pavese, Cesare

La casa in collina / Cesare Pavese

Torino : Einaudi, copyr. 1948,copyr. 1998

Einaudi tascabili. Letteratura ; 34

Abstract: La casa in collina è un romanzo breve, fortemente autobiografico, che verrà pubblicato alla fine del 1948. Si fa apprezzare per il racconto, obiettivo, dell'Italia degli anni Quaranta, un Paese dilaniato e allo sbando, pieno di poveri, di disperati e di senzatetto, ma animato da una irriducibile volontà di vivere e da un oscura speranza di riscatto che gli umili intravedono nel socialismo. Stupendo è il paesaggio del Piemonte sulla cui lirica e nel contempo asciutta descrizione spesso indugia Pavese, la terra dissodata, i campi coltivati, i vigneti, i boschi, gli effluvi del suolo, la luna, la notte, il gelo invernale e il sole cocente. Spesso il paesaggio, la natura assumono un valore simbolico, correlato sovente ai vivi ricordi d'infanzia del protagonista. Un protagonista, Corrado, che è anche il narratore dell'intera vicenda e che a me è parso un personaggio particolarmente riuscito, capace di rappresentare molti dei temi e dei problemi della narrativa di Pavese: la gioventù come inquieto limbo in attesa di qualcosa di importante che deve avvenire (Si aspettava qualcosa che non veniva mai), i rapporti difficili e tormentati con le donne, una concezione dell'amore assolutamente priva di illusioni, spesso vissuto come manifestazione di opposti egoismi, il sesso come motore del rapporto uomo-donna e soprattutto la solitudine, il desiderio (A me piaceva cenar solo, nella stanza oscurata, solo e dimenticato, tendendo l'orecchio, ascoltando la notte, sentendo il tempo passare) e l'ineluttabilità dello stare soli (Succede a tutti, -continuai-, Si passano insieme dei mesi, degli anni, poi succede. Si perde un appuntamento, si cambia casa, e uno che vedevi tutti i giorni non sai nemmeno più chi sia. Tutti un bel giorno siamo soli. (...) Inutile piangere. Si nasce e si muore da soli), un pessimismo spesso quasi nichilistico (Padre, madre e figliuoli, tutto viene per caso) che permea molte pagine del romanzo.

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Pavese, Cesare

Il compagno / Cesare Pavese ; con una cronologia della vita dell'autore e del suo tempo, un'antologia critica, una bibliografia a cura di Antonio Pitamitz e una nota introduttiva al romanzo di Marco Forti.

Milano : Mondadori, 1966

Gli Oscar ; 75

Abstract: E' la storia di un giovane torinese, Pablo, che passa il suo tempo tra un'osteria e l'altra, suonando la chitarra. Da qui nascono gli incontri che egli fa con donne e uomini; ma la vicenda prende ben presto la sua strada, che si snoda attorno al rapporto con Linda, la ragazza di Amelio, il quale durante un viaggio in motocicletta ha un incidente e resta paralizzato (come nel racconto Fedeltà, scritto nel '38). La figura di Amelio compare in primo piano all'inizio, poi sembra lasciata ad un destino ormai privo di senso. Ma ecco che Amelio diventa il punto di riferimento di tutta la storia: egli svolgeva un'attività politica ben precisa, a cui Pablo non pensava e dalla quale poi Linda, che gli si è fatta amica, vorrebbe tenerlo distante. L'ambiente è quello popolare e proletario delle borgate torinesi. Ad un certo punto, infatti, s'inserisce nella vicenda un amico di Linda, Lubrani, impresario teatrale, che fa conoscere a Pablo qualche attore e gli fa scoprire la vita notturna del dopo teatro. Pablo continua a tirare avanti la propria vita senza uno scopo preciso, pur tentando di uscirne: fa il camionista, cerca in qualche modo di trovare quel senso, soprattutto per poter vivere con Linda. Nella seconda parte, Pavese sposta la vicenda a Roma, dove Pablo si trasferisce dopo la rottura con Linda. Si fa nuovi amici, ha una nuova donna che ha ereditato dal marito, morto, un negozio da ciclista. Ma soprattutto Pablo si accosta alla politica. Il romanzo cambia subito tono: dalla descrizione dell'ambiente torinese, si passa alla cospirazione politica nella periferia romana. Però per Pavese l'ambiente torinese era più importante dell'ambiente della capitale dove ha inserito la tematica principale del libro in modo che la prima parte risulta più importante della seconda parte romana. Al capoluogo piemontese era chiaramente più legato e, per esso, sentiva un interesse ben preciso, mentre per Roma, l'esposizione dei fatti risulta solo molto descrittiva. Leggendo Il compagno si resta tuttavia colpiti per come Pavese sia riuscito a raccontare la cospirazioni[...]

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Pavese, Cesare

La luna e i falò / Cesare Pavese ; con una cronologia dell'Autore e del suo tempo, un'antologia critica, una bibliografia a cura di Antonio Pitamitz e una nota introduttiva al romanzo di Roberto Cantini

Milano : Mondadori, 1969

Oscar Narrativa ; 194

Abstract: Dopo aver trascorso in America parecchi anni e aver fatto fortuna, il protagonista-narratore, Anguilla, ritorna per una breve vacanza nelle Langhe, la sua terra d'origine, dove inizierà una vana e dolorosa ricerca d'identità. Ma il pellegrinaggio ai luoghi mitici dell'infanzia si risolve nella constatazione di quanto è ormai perduto per sempre. Le persone da lui conosciute sono scomparse, sono mutati i luoghi, la realtà presente è crudele. Al ricordo dei vecchi falò che i contadini delle Langhe accendevano per "svegliare la terra" e rimasti nel cuore di Anguilla, ora si sovrappongono quelli che i partigiani hanno usato per bruciare il cadavere di Santa. Mentre i falò dell'infanzia erano mitici, questi ultimi esprimono l'onnipotenza dell'orrore storico. Il romanzo, che precede di poco il suicidio dell'autore, sembra "chiudere" consapevolmente il suo lavoro di scrittore e la sua parabola di uomo.

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Pavese, Cesare

La luna e i falò / Cesare Pavese

Torino : Einaudi, 1973

Opere di Cesare Pavese ; 9 - Nuovi coralli ; 9

Abstract: di Cesare Pavese CIRCOSTANZE DELLA COMPOSIZIONE Questo romanzo nasce da un’autentica collaborazione con Pinolo Scaglione (che nel romanzo sarà l’ex partigiano Nuto). Pinolo riceve nell’estate del 49’ molte lettere di Pavese da Torino. Lo scrittore lo invita a chiarirgli avvenimenti del passato e , in modo particolare, i motivi che spingevano certe famiglie di S.Stefano Belbo a chiedere al Comune un trovatello da allevare: un “bastardo”. La ragione di questo suo interesse la spiega poi Pavese nel romanzo: alla famiglia del ragazzo abbandonato veniva data una certa somma fino a quando la persona accolta non fosse stata in grado di lavorare. Ma il fatto che il protagonista del romanzo, identificabile per una buona parte nell’autore stesso – si proclami “bastardo” ha un significato profondo: probabilmente sta per uomo che ha perduto il senso della propria origine. Pavese indirizzò diverse dediche a Scaglione sui libri che scriveva; l’ultima, scritta su La luna e i falò, diceva: “A Pinolo questo libro – forse l’ultimo che avrò mai scritto – dove si parla di lui – chiedendo scusa delle “invenzioni”, da Cesare.” Pinolo non riuscì a capire il significato della dedica che gli fu chiara soltanto dopo il suicidio dell’autore. STRUTTURA E PERSONAGGI DEL ROMANZO In questo romanzo, scritto in prima persona, Pavese immagina di essere un emigrato negli Stati Uniti che ritorna al suo paese; si descrive come “un omone”, o un “uomo grand’e grosso”, pieno di quattrini, che, da bastardo che era ha varcato l’oceano e ha fatto fortuna. Il racconto è centrato su tre personaggi: il protagonista-appena descritto- il falegname Nuto e il ragazzo Cinto. Nuto è ispirato a l’amico di infanzia di Pavese, Pinolo Scaglione, partigiano antifascista. Il protagonista percorre le vie del paese , si inoltra nella campagna, dove tutto è cambiato (anche la vicenda è autobiografica) dalla sua infanzia, incontra il ragazzo Cinto e insieme a Nuto ricorda. Nella mente del protagonista e nei suoi colloqui con Nuto passano le immagini di un tempo: ad esempio le tre belle figlie del sor Matteo con i loro innamorati e la tragica fine. Ma intanto altre cose avvengono che non sono ricordi, come la pazzia di un contadino sfruttato che lascia orfano Cinto. Pavese si identifica con questo povero ragazzo, e lo fa anche prima di partire dal paese: affida questo orfano a Nuto. Questo è un romanzo che non mi ha trasmesso niente, a parte tristezza. Quest’ultimo è un sentimento , e come tale va rispettato, ma bisognerebbe sempre pensare ‘in positivo’ e sicuramente Pavese, pur essendo giudicato un grande scrittore, non fa questo e riesce a comunicarlo benissimo al lettore. Le vicende sono malinconiche, avvolte da un pessimismo di fondo che si dilaga man mano che si continua la lettura. L’autore è infelice e scontento della vita (grande dono, purtroppo non apprezzato da tutti); non avrebbe potuto dimostrarcelo meglio. Sconsiglio la lettura di questo racconto a chiunque ami la vita. La collina piemontese è la geografia poetica di Pavese: i falò accesi verso la luna, la musica suonata da Nuto di villaggio in villaggio, i pensieri sugli amori di donne privilegiate, la desolata vita di un paesello. Pavese è come un reduce che torna in breve licenza al paese sorridendo e piangendo perché sa che gli è concessa una sola notte…una notte tra la luna e falò: ma già attende la morte. Per questo ha voluto che l’ultimo suo libro fosse il libro di S.Stefano: là è nato, là è tornato a dare l’addio prima di morire. Di ritorno dall'America dove era emigrato, il narratore ripercorre i luoghi della sua infanzia. Solo il paesaggio non è cambiato, tutto il resto è irriconoscibile. Ritrova un vecchio compagno, Nuto, fa amicizia con un ragazzo zoppo, Cinto, con cui fa lunghe passeggiate. I ricordi riaffiorano nelle conversazioni con Nuto: persone, situazioni dell'infanzia riprendono vita. Ma un giorno, proprio quando il narratore inizia a pensare di tornare ab abitare definitivamente in quei posti, divampa un incendio ben diverso dagli allegri fuochi accesi dai contadini. Il padre di Cinto ha dato fuoco al podere in cui lavorava e si è ucciso, dopo aver sterminato la famiglia. Cinto è l'unico sopravvissuto e il narratore, prima di partire, lo affida a Nuto.

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Pavese, Cesare

La bella estate / Cesare Pavese ; con una cronologia della vita dell'autore e del suo tempo, un'antologia critica, una bibliografia a cura di Antonio Pitamitz ; e una nota introduttiva all'opera di Roberto Cantini

Milano : Mondadori, 1976

Gli Oscar ; 28

Abstract: È la storia di Ginia e, più in generale, della scoperta della vita da parte di un'adolescente. Dall'ambiente operaio al quale appartiene, Ginia entra in contatto con alcuni esponenti di una bohème pseudo-artistica e intellettuale: studenti, eccentrici perdigiorno e pittori dilettanti, che si incontrano nei caffè e abitano nelle soffitte. La ragazza si innamora di Guido, un pittore di origine contadina e, dopo aver vinto le resistenze interiori e i rimorsi residui, si lascia alla fine sedurre. È l'inizio della sua dolorosa maturazione come donna.

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Pavese, Cesare

La spiaggia / Cesare Pavese

Torino : Einaudi, [1968]

Opere di Cesare Pavese ; 3

Abstract: Pavese nel suo periodo giovanile scrive La Spiaggia. Qui egli ha lasciato da parte tutta quella serie di personaggi che popolavano Lavorare Stanca e Paesi Tuoi,si getta nel mondo della borghesia, per vedere cosa pensano,cosa dicono, coloro che passano le vacanze al mare piuttosto che sul Po. I personaggi de La Spiaggia sono Doro, sua moglie Clelia,Guido e Berti attorno a cui ruota la vicenda narrata. Pavese si limita a narrare i fatti senza allusioni alcune e soprattutto escludendo i simboli. Il narratore trascorre le vacanze nella casa al mare di Doro e Clelia . Prima di partire Doro gli chiede di accompagnarlo in un viaggio nelle Langhe. In quel momento il matrimonio di Doro e Clelia è in crisi e per Doro un viaggio nelle Langhe significa il ritorno alla origini. Dopo di che arrivano al mare. Qui entrano in gioco i quattro personaggi : l’affascinante ambiguità di Clelia, di cui Berti, giovane studente, s’innamora ; la ritrosia di Doro ;la saggezza di Guido, il solito compagno di spiaggia. Quindi Pavese registra i vari discorsi che questo gruppo borghese fa. Il romanzo si chiude con il rientro a Torino e, mentre Berti è deluso di come sono andate le cose, Clelia troverà invece nella maternità quell’appagamento che finora le era sempre mancato. In questo contrasto si trova tutto Pavese, con le sue delusioni, con le sue amarezze, con le sue gioie

Paesi tuoi
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Pavese, Cesare

Paesi tuoi / Pavese Cesare

Torino : Einaudi, 1973