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× Data 1973

Trovati 37 documenti.

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Libri Moderni

Moravia, Alberto

Il conformista / Alberto Moravia ; introduzione di Geno Pampaloni

Milano : Mondadori, 1973

Gli Oscar ; 441

Abstract: Il protagonista è un uomo, Marcello Clerici, il quale, già da ragazzo, si distingue dai coetanei: “era crudele senza rimorso né vergogna, del tutto naturalmente, perché dalla crudeltà gli venivano i soli piaceri che non gli sembrassero insipidi”. Si rende conto di questa diversità e da quel momento s’insinua in lui il dubbio di non essere una persona normale: “Così, egli era un anormale, non poteva fare a meno di pensare, o meglio di sentire, con una viva, fisica consapevolezza di questa anormalità, un anormale segnato da un destino solitario e minaccioso e ormai avviato per una strada sanguigna sulla quale nessuna forza umana avrebbe potuto fermarlo.”

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Libri Moderni

Gadda, Carlo Emilio

L' Adalgisa : disegni milanesi / Carlo E. Gadda ; con una nota di Gianfranco Contini

Torino : Einaudi, 1973

Nuovi coralli ; 65

Abstract: Opera di Carlo Emilio Gadda (1893-1973), pubblicata da Le Monnier nel 1943, apparsa poi insieme a La Madonna dei Filosofi (e Il castello di Udine in un unico volume intitolato I sogni e la folgore nel 1955 da Einaudi, edita nuovamente a sé nel 1963 sempre da Einaudi e nel 1973. Il "disegno" che chiude e dà il titolo al libro si incentra sulla vivida figura di Adalgisa, ex cantante lirica di teatri popolari che è riuscita con ammirevole tenacia a coronare il suo sogno di un rispettabile matrimonio con il solerte ragioniere Carlo Biandronni, entrando a far parte di una foltissima schiera di famiglie della borghesia milanese tra di loro variamente imparentate, sollevando le ire e le critiche delle esponenti più anziane, gelose custodi dei gradi sociali. Raccontando il "romanzo" della sua vita alla cognata Elsa, giovane e bella creatura in cui Adalgisa rivede, con un misto di invidia e di compiacimento, se stessa giovane, la ormai vedova Biandronni traccia un quadro della società milanese del tempo che ha nell'amato Carlo un tipico esponente. L'ardente passione del marito, reduce della guerra di Libia, per tutti i minerali in genere, e per i coleotteri e gli scarabei in particolare, non è che un riflesso di quel positivismo che, come l'autore esemplifica in una lunghissima e fondamentale nota influenzò la società milanese tra il vecchio e il nuovo secolo, in tutti gli aspetti più superficiali.

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Libri Moderni

Volponi, Paolo <1924-1994>

La macchina mondiale : romanzo / Paolo Volponi

[Milano] : Garzanti, 1973

I bianchi

Abstract: E' il secondo romanzo di Volponi, pubblicato nel 1965 con Garzanti. Nello stesso anno vinse il premio Strega, ma in seguito questo memoriale dell'utopia poco fu letto e meditato. Il protagonista, Anteo Crocioni, è un contadino autodidatta che scrive un trattato pseudoscientifico nel quale sostiene che ogni cosa organica (quindi anche l'uomo) deriva in origine dalla invenzione di antichi automi-autori che poi si sono estinti o sono emigrati in altri pianeti, da dove forse seguono le sorti di noi terrestri, che abbiamo il compito di evolvere di continuo, superando gli stessi creatori e giungendo così a costituire una società fondata sull'amicizia e non sul sopruso. Come ebbe a dire Pasolini, il personaggio somiglia a un Don Chisciotte anarchico, perché è fatale che la bizzarria delle sue idee si scontri con tutti i micro (i familiari e i vicini) e i macro (la Chiesa e gli organi dello Stato) poteri che - e qui il suo giudizio di paranoico che si è creato un suo originale sistema cognitivo e morale, vede bene - costringono gli uomini a vivere con paura e altri sentimenti meschini. Nel meccanicismo e nell'utopismo seicenteschi, oltre che nel poeta Lucrezio, possiamo trovare le fonti dottrinali delle idee di Anteo; Volponi si ispirò anche all'incontro fortuito con un contadino marchigiano autodidatta e scrittore di trattati fantascientifico-utopistici che volle assistere a Ivrea alla fabbricazione dei calcolatori elettronici. Sin da bambino, Anteo rifiuta di sottomettersi alle regole sociali, che lo vorrebbero un tranquillo lavoratore. Invece lui si interroga sull'origine e il destino del mondo. Anche le botte del padre non servono a fargli mettere la testa a posto, tanto è vero che quando, ormai adulto, si chiede la causa della sua diversità, se cioè qualche automa-autore gli ispira di continuo, magari telepaticamente, le idee che poi andrà a scrivere sul trattato oppure è lui stesso che sforzo dopo sforzo si è staccato dalla mentalità comune, conclude che se pure c'è stata una rivelazione iniziale, egli ha comunque dovuto continuare per conto suo, migliorando di giorno in giorno. Ha un solo amico, un seminarista che poi diventerà prete, di nome Liborio, il quale gli fornisce dei libri di scienza ma lo avverte sempre dei pericoli della sua originalità. Per comprare altri libri, Anteo giunge a rubare nella villa di una contessa alcune cassette d'argento (che poi venderà), oltre a una statuetta che avrà una funzione fondamentale nel finale del romanzo. Il suo dramma comincia quando incontra Massimina, di cui si innamora e che sposa. La donna non accetta infatti di avere un marito così originale e deriso dagli altri contadini, un uomo che passa il suo tempo a disegnare e a dire cose stravaganti; egli ipotizza che sono stati i familiari di lei e i preti a mettergliela contro, ma poi capisce che è anche la donna stessa ad avere scelto un modello di vita convenzionale, basato sulla sicurezza patrimoniale e sul conformismo. Comincia così a picchiarla per "correggerla". Massimina lo abbandona e fugge a Roma, dopo che alcuni mediatori hanno cercato invano di convincere il marito a fare la vita di tutti gli altri tranquilli contadini, per offrire una esistenza dignitosa alla consorte, rinunciando soprattutto alle sue idee bizzarre. A Roma va pure Anteo, per diffondere le sue idee all'università tra professori e studenti, mentre cerca la moglie. I professori ovviamente lo snobbano e lui consuma tutti i suoi soldi per pagare da bere o mangiare agli studenti affinché lo ascoltino e mettendo annunci sui giornali per la ricerca di Massimina. Lavora prima in un circo e poi come venditore ambulante al servizio di una anziana e furba lupinara. Il genero della lupinara arriva un giorno a fare un discorso a tutti i dipendenti della suocera affinché votino per la Democrazia Cristiana. Anteo, nel vederli sottomessi e umiliati dalle parole dell'uomo, dice a quest'ultimo che, nella nostra società, famiglia lavoro e religione non sono strumenti di liberazione e benessere, come il genero della lupinara sostiene, ma forme di oppressione. Si scatena un litigio violento perché i dipendenti, per dimostrare la loro fedeltà ai padroni, cercano di picchiarlo. Maledetto e licenziato dalla lupinara, perde anche l'amicizia dei suoi ex colleghi. Si rivolge alla polizia, che gli dice che se vuole che le forze dell'ordine cerchino la donna, deve sporgere denuncia per abbandono del tetto coniugale; lui accondiscende, anche se non è sua intenzione mettere nei guai Massimina. La polizia scopre che fa la domestica a casa di un potente avvocato e avverte Anteo di agire con tatto. Questi, donchisciottescamente, litiga con l'avvocato al telefono perché non vuole passargli Massimina, e quando riesce finalmente a parlare con lei, sempre al telefono, non ottiene alcun beneficio, anzi quella maledice il momento che lo ha sposato. La polizia finisce per proteggere la donna impedendogli di incontrarla. Qualcuno (sicuramente l'avvocato a casa del quale è a servizio) induce Massimina a denunciarlo per maltrattamenti. Inoltre la polizia gli chiede come vive e che lavoro fa. Lui risponde che è un libero studioso, così emettono un «foglio di via» e lo rispediscono nelle Marche per mancanza di fissa dimora, vagabondaggio e molestia. In campagna, dopo un iniziale inselvatichimento, riprende i suoi studi. Viene a sapere che l'amico Liborio è divenuto parroco di un paese vicino e lo va a trovare. Questi, pur accettando la sua amicizia, lo mette in guardia dalla superbia delle sue idee, non fondate su sufficienti studi. Anteo invece propone di diventare briganti, per rubare ai ricchi. Ancora una volta il lettore capisce che questo personaggio non ha la capacità di trovare la strategia più opportuna per combattere contro i mali della società. Avvertito da Liborio della prossima venuta di Massimina dai parenti, la incontra e le chiede di tornare da lui. Lei rifiuta, lui la convince a fare l'amore. La donna poi riparte per Roma, dicendogli di lasciarla in pace e che può solo mandarle lettere. Lui comincia a mandarle molte lettere d'amore a cui lei non risponde. Quando finalmente gli scrive, è per maledirlo giacché quell'incontro amoroso le ha portato solo sfortuna - si saprà poi che è incintInizia il processo per maltrattamenti. Tutti testimoniano contro di lui. Anteo, nel processo di appello, litiga con il giudice e persino col suo avvocato d'ufficio, che vorrebbe farlo passare per matto. Dice loro che non è lui il matto, è la loro logica ad essere inferma. Allontanato dal Tribunale, viene condannato a un anno di prigione, pena immediatamente sospesa col beneficio della condizionale.Tornato a casa, legge su un giornale che Massimina è stata arrestata per aver lasciato morire il suo neonato partorito di nascosto, da sola. La donna verrà poi interrogata e dirà che Anteo l'ha violentata e perseguitata, e quindi ha preferito che il bambino morisse anziché vivere anche lui la minaccia da parte del padre o addirittura correre il rischio di ereditare la sua follia. Ecco il finale: abbiamo detto sopra che la statuetta rubata nella villa della contessa ha una funzione fondamentale. Già da tempo Anteo ha scavato dentro di essa un buco, prevedendo la possibilità di un utilizzo improprio: acquista un candelotto di dinamite e lo inserisce nel buco, per esplodere insieme alla statuetta. Non ha rancore verso nessuno, non ricambia nemmeno l'odio della moglie. Capisce solo che la sua funzione si è adempiuta e non ha più senso vivere. Si direbbe che non è il suicidio di un uomo ma propriamente quello di un personaggio, che muore per dare spazio, nella immaginazione dell'autore, alla creazione di un personaggio ulteriore. Cosa vuol dimostrare l'autore attraverso il suo personaggio che esce di scena suicidandosi? Che non muore del tutto chi ha lottato per un ideale, giacché l'ideale resta e si trasmette a un altro individuo che continua a battersi, magari facendo anche un solo passo in più nella direzione del reale progresso dell'umanità, della vera amicizia tra gli uomini e i popoli, che è l'antitesi di ogni consorteria. Perché non è vero amore, non è vera amicizia, l'amore che diventa un laccio, l'amicizia che diventa una camorra. a cura di Leonardo Monopoli

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Libri Moderni

Fogazzaro, Antonio

Malombra / Antonio Fogazzaro

Milano : Garzanti, 1973

I Garzanti. I grandi libri ; 23

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Libri Moderni

Benjamin, Walter

Avanguardia e rivoluzione : saggi sulla letteratura / Walter Benjamin ; nota introduttiva di Cesare Cases ; traduzione di Anna Marietti

Torino : Einaudi, 1973

Einaudi Paperbacks ; 40

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Libri Moderni

Verga, Giovanni <1840-1922>

Mastro-Don Gesualdo / Giovanni Verga ; con la cronologia della vita di Verga e dei suoi tempi, un'introduzione all'opera, una bibliografia e un'antologia critica a cura di Corrado Simioni

Milano : Mondadori, 1966, rist. 1973

Gli Oscar ; 59

Abstract: Trama "Mastro Don Gesualdo" è diviso in quattro parti ed ha come centro Vizzini nella Sicilia borbonica degli anni venti prima dell'unità d'Italia. Il racconto inizia all'alba del giorno di San Giovanni, santo patrono di Vizzini, quando le campane svegliano gli abitanti del paesello per accorrere al palazzo dei Trao, in fiamme. Tutto il Paese accorre per spegnere l'incendio e anche per spettegolare sui Trao, ma in quel trambusto don Diego scopre la sorella Bianca in camera con il cugino Ninì, se si venisse a sapere sarebbe uno scandalo, ma il fatto passa Inosservato tra i paesani intenti a spegnere il fuoco capitanati dall'operoso Gesualdo che fa quanto gli è possibile per evitare che succeda qualcosa alla sua roba. Il giorno successivo don Diego si reca dalla cugina Rubiera, madre di Ninì, chiedendo un matrimonio riparatore tra i due, ma la ricca e operosa cugina va su tutte le furie, suo figlio dovrà mettere la testa e sposare una donna ricca e d'alto rango, in quanto a Bianca non sarà difficile trovarle un11 gennaio 2000 marito adeguato. E così grazie all'aiuto del canonico Lupi, gia compagno d'affari meno santi con la baronessa si decide di maritare Ninì con Fifì Margarone e Bianca con don Gesualdo. Il primo matrimonio non andrà in porto, mentre il secondo si, anche se Bianca accetta di sposare Gesualdo solo per riparare al danno commesso con Ninì. Ma Gesualdo è un brav'uomo, sempre pronto con i suoi soldi ad aiutare perenti ed amici, e pensa che Bianca, anche senza dote è pur sempre una nobile: lei metterà il nome e lui la ricchezza. Infatti quando nascerà una figlia prematura (frutto infatti degli amori prematrimoniali di Bianca), verrà chiamata Trao Motta Isabella. Il padre vuole che lei sia una vera signora, e la manda in collegio, ma lei lo delude innamorandosi con un cugino poeta e spiantato: Corrado La Gurna. La relazione è duramente ostacolata da Gesualdo che così facendo si fa odiare anche dalla figlia che però poi finisce per cedere, accondiscendendo al padre e accettando di sposare, con l'aiuto del marchese Limolì un attempato nobile, Alvaro Filippo Maria Gargantas de Leyra, andando a vivere nella sua casa. Con la partenza di Isabella iniziano i guai di don Gesualdo: infatti il genero non fa altro che attingere alle sue casse, parenti, amici e vicini si accaniscono contro di lui infangando il suo nome e le sue ricchezze e Bianca muore consumata dalla tisi e dal dolore della lontananza della figlia. Gesualdo rimane solo, tormentato dai dolori allo stomaco causatigli dal cancro e anche i più quotati medici non sanno che fare per lui. A questo il genero che lo detesta con tutto il cuore decide di trascinarlo nella sua casa di Palermo per guadagnarne l'eredità e promettendogli le cure dei migliori medici. Non c'è però nessuna speranza per il vecchio leone che morirà roso dal cancro in una casa non sua Trascorrendo le ultime ore della vita in compagnia solo di un servo che lo sbeffeggerà. Nemmeno dopo la sua morte qualcuno avrà delle belle parole da destinargli

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Libri Moderni

Pavese, Cesare

La luna e i falò / Cesare Pavese

Torino : Einaudi, 1973

Opere di Cesare Pavese ; 9 - Nuovi coralli ; 9

Abstract: di Cesare Pavese CIRCOSTANZE DELLA COMPOSIZIONE Questo romanzo nasce da un’autentica collaborazione con Pinolo Scaglione (che nel romanzo sarà l’ex partigiano Nuto). Pinolo riceve nell’estate del 49’ molte lettere di Pavese da Torino. Lo scrittore lo invita a chiarirgli avvenimenti del passato e , in modo particolare, i motivi che spingevano certe famiglie di S.Stefano Belbo a chiedere al Comune un trovatello da allevare: un “bastardo”. La ragione di questo suo interesse la spiega poi Pavese nel romanzo: alla famiglia del ragazzo abbandonato veniva data una certa somma fino a quando la persona accolta non fosse stata in grado di lavorare. Ma il fatto che il protagonista del romanzo, identificabile per una buona parte nell’autore stesso – si proclami “bastardo” ha un significato profondo: probabilmente sta per uomo che ha perduto il senso della propria origine. Pavese indirizzò diverse dediche a Scaglione sui libri che scriveva; l’ultima, scritta su La luna e i falò, diceva: “A Pinolo questo libro – forse l’ultimo che avrò mai scritto – dove si parla di lui – chiedendo scusa delle “invenzioni”, da Cesare.” Pinolo non riuscì a capire il significato della dedica che gli fu chiara soltanto dopo il suicidio dell’autore. STRUTTURA E PERSONAGGI DEL ROMANZO In questo romanzo, scritto in prima persona, Pavese immagina di essere un emigrato negli Stati Uniti che ritorna al suo paese; si descrive come “un omone”, o un “uomo grand’e grosso”, pieno di quattrini, che, da bastardo che era ha varcato l’oceano e ha fatto fortuna. Il racconto è centrato su tre personaggi: il protagonista-appena descritto- il falegname Nuto e il ragazzo Cinto. Nuto è ispirato a l’amico di infanzia di Pavese, Pinolo Scaglione, partigiano antifascista. Il protagonista percorre le vie del paese , si inoltra nella campagna, dove tutto è cambiato (anche la vicenda è autobiografica) dalla sua infanzia, incontra il ragazzo Cinto e insieme a Nuto ricorda. Nella mente del protagonista e nei suoi colloqui con Nuto passano le immagini di un tempo: ad esempio le tre belle figlie del sor Matteo con i loro innamorati e la tragica fine. Ma intanto altre cose avvengono che non sono ricordi, come la pazzia di un contadino sfruttato che lascia orfano Cinto. Pavese si identifica con questo povero ragazzo, e lo fa anche prima di partire dal paese: affida questo orfano a Nuto. Questo è un romanzo che non mi ha trasmesso niente, a parte tristezza. Quest’ultimo è un sentimento , e come tale va rispettato, ma bisognerebbe sempre pensare ‘in positivo’ e sicuramente Pavese, pur essendo giudicato un grande scrittore, non fa questo e riesce a comunicarlo benissimo al lettore. Le vicende sono malinconiche, avvolte da un pessimismo di fondo che si dilaga man mano che si continua la lettura. L’autore è infelice e scontento della vita (grande dono, purtroppo non apprezzato da tutti); non avrebbe potuto dimostrarcelo meglio. Sconsiglio la lettura di questo racconto a chiunque ami la vita. La collina piemontese è la geografia poetica di Pavese: i falò accesi verso la luna, la musica suonata da Nuto di villaggio in villaggio, i pensieri sugli amori di donne privilegiate, la desolata vita di un paesello. Pavese è come un reduce che torna in breve licenza al paese sorridendo e piangendo perché sa che gli è concessa una sola notte…una notte tra la luna e falò: ma già attende la morte. Per questo ha voluto che l’ultimo suo libro fosse il libro di S.Stefano: là è nato, là è tornato a dare l’addio prima di morire. Di ritorno dall'America dove era emigrato, il narratore ripercorre i luoghi della sua infanzia. Solo il paesaggio non è cambiato, tutto il resto è irriconoscibile. Ritrova un vecchio compagno, Nuto, fa amicizia con un ragazzo zoppo, Cinto, con cui fa lunghe passeggiate. I ricordi riaffiorano nelle conversazioni con Nuto: persone, situazioni dell'infanzia riprendono vita. Ma un giorno, proprio quando il narratore inizia a pensare di tornare ab abitare definitivamente in quei posti, divampa un incendio ben diverso dagli allegri fuochi accesi dai contadini. Il padre di Cinto ha dato fuoco al podere in cui lavorava e si è ucciso, dopo aver sterminato la famiglia. Cinto è l'unico sopravvissuto e il narratore, prima di partire, lo affida a Nuto.

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Libri Moderni

Sciascia, Leonardo

A ciascuno il suo / Leonardo Sciascia

3. ed.

Torino : Einaudi, 1966, (stampa 1973)

I coralli ; 9 - Nuovi coralli ; 9

Abstract: Il racconto si apre con una lettera anonima ricevuta dal farmacista di un paese della Sicilia. La lettera riporta: Morirai per ciò che hai fatto. Poco tempo dopo il farmacista viene ucciso durante una battuta di caccia. Insieme a lui il suo compagno, il dottor Roscio. Il professor Laurana, il vero protagonista della vicenda, è insegnante al liceo classico nel capoluogo, Palermo. Egli è molto attaccato a sua madre: difatti non riesce a prendere alcuna decisione senza la sua approvazione. Durante l'estate Laurana si diletta, come ogni abitante del paese, nel tentativo di risolvere il caso del duplice omicidio, mentre gli inquirenti brancolano nel buio. Tutti sono convinti che il dottor Roscio sia morto perché era insieme al farmacista Manno, ma Laurana scopre che il delitto era in realtà stato preparato appositamente per il dottor Roscio, con la falsa copertura della lettera minatoria all'amico. Infatti in seguito si scopre che l'assassino era l'avvocato Rosello, cugino della moglie di Roscio. Quest'ultimo era infatti venuto a conoscenza di una tresca tra il notaio stesso e la propria moglie, e aveva preso la decisione di rovinare l'uomo: dopo essere riuscito a scoprire che Rosello era corrotto e a trovare delle prove per poterlo denunciare, si era recato a Roma da un amico deputato per chiedergli aiuto. Rosello scopre che Laurana ha capito tutto e quindi lo fa sparire, grazie all'aiuto della donna amata. Infine la moglie di Roscio si risposa con suo cugino, l'avvocato Rosello. La sorpresa finale, tuttavia, è ancora un'altra. Sciascia mostra come tutti, nel paese, avevano intuito quale verità si celasse dietro il duplice omicidio, ma questa verità sarebbe rimasta coperta dietro le apparenze, protetta dall'omertà collettiva. Ecco che il lettore scopre che, nel contesto siciliano, Laurana non era affatto una sorta di abile investigatore dilettante, o un uomo che voleva andare oltre le apparenze, ma solo un ingenuo che non sa stare al gioco e per questo paga con la vita. Un "cretino" lo definisce, nell'amaro finale, uno dei personaggi.

Il lupo della steppa
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Libri Moderni

Hesse, Hermann

Il lupo della steppa / Hesse Hermann ; trad. di Pocar E.

Milano : Club degli Editori, 1973

L' ultima carta la gioca la morte
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Libri Moderni

Kirst, Hans H.

L' ultima carta la gioca la morte / Kirst Hans H. ; trad. di Merlini M.

Milano : Garzanti, 1973

L' amore com'e'
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Libri Moderni

Conchon, Georges

L' amore com'e' / Conchon Georges ; trad. di Episcopi A.

Milano : Club degli Editori, 1973

Il rinvio
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Libri Moderni

Sartre, Jean-Paul

Il rinvio / Sartre Jean-Paul ; trad. di Monicelli G., intr. di Caruso P.

Milano : Mondadori, 1973

Ragazzo di Sycamore
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Libri Moderni

Caldwell, Erskine

Ragazzo di Sycamore / Caldwell Erskine ; trad. di Hanau M.

Milano : Mondadori, 1973

I sotterranei
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Libri Moderni

Kerouac, Jack

I sotterranei / Kerouac Jack ; pref. di Miller H., intr. di Pivano F.

Milano : Feltrinelli, 1973

Serpico
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Libri Moderni

Maas, Peter

Serpico / Maas Peter ; trad. di Saba Sardi F.

Segrate [MI] : Rizzoli, 1973

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Libri Moderni

Miller, Henry

Tropico del Cancro : romanzo / Henry Miller ; pref. di Mario Praz

Milano : Feltrinelli, 1973

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Fronte del porto
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Libri Moderni

Schulberg, Budd

Fronte del porto / Schulberg Budd ; trad. di Fantonetti C.R.

Milano : Garzanti, 1973

Un bel mattino
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Libri Moderni

Du Maurier, Daphne

Un bel mattino / Du Maurier Daphne ; trad. di Zannino Angiolillo G.

Segrate [MI] : Rizzoli, 1973

Rulli di tamburo per Rancas
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Libri Moderni

Scorza, Manuel

Rulli di tamburo per Rancas / Scorza Manuel ; trad. di Cicogna E.

Milano : Feltrinelli, 1973

Storia di Garabombo, l'invisibile
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Libri Moderni

Scorza, Manuel

Storia di Garabombo, l'invisibile / Scorza Manuel ; trad. di Cicogna E.

Milano : Feltrinelli, 1973