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Libri Moderni

Pavese, Cesare

La bella estate / Cesare Pavese

Torino : Einaudi, copyr. 1949

Opere di Cesare Pavese ; 8

Abstract: Il libro “La bella estate” è immerso nel filone simbolico. E’ la storia di Ginia, una ragazza che lavora presso una sarta. Ginia si trova immersa in un mondo che è opposto al suo : i pittori della Torino degli anni ’40. Ve la introduce un’amica : Amelia, una modella che posa per i pittori. Ginia ne conosce uno, Guido, di cui s’innamora e vive con lui, dividendo la soffitta-studio pur sapendo che non l’ama affatto. Così ella si affida alle mani di Amelia, colpita dalla sifilide. La battuta finale è molto importante per il significato del romanzo che qui viene evidenziato maggiormente ;Ginia dice ad Amelia :”Conducimi tu”. Il romanzo pare un racconto da settimanale femminile, ma è ben più profondo il contenuto. Rappresenta lo scontro tra l’innocenza (Ginia) e la corruzione (Guido ed Amelia). L’innocenza perduta della ragazza è appunto il passaggio da uno stato felice, quello dell’infanzia e della adolescenza, ad uno stato diverso, quello della maturità. Amelia è un personaggio, in parte, negativo, ma necessario al compimento di questo sacrificio. Pavese in lei rappresenta la morte, piuttosto come lui la vede : ambigua, perfida, ma nello stesso tempo invitante, al punto da farsi guidare verso una vita che, a livello personale, non gli appartiene. Così Ginia vede Amelia, tanto da farsi guidare in un mondo che non è il suo. Quindi il gioco con i simboli non è ancora finito

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Libri Moderni

Pavese, Cesare

Prima che il gallo canti / Cesare Pavese ; con una cronologia della vita dell'Autore e del suo tempo a cura di Antonio Pitamitz e una nota introduttiva al romanzo, un'antologia critica, una bibliografia di Marco Forti

Milano : Mondadori, 1967, rist. 1977

Gli Oscar ; 117

Abstract: «I due romanzi han tutt'e due andamento di memorie, e lo stesso tema generale: la posizione d'un intellettuale in un momento di "scelta" politica, non d'idee, che quelle son date per già scelte, ma d'azione, di presenza». Italo Calvino Il carcere e La casa in collina: i due romanzi brevi che sancirono la maturità artistica di Cesare Pavese. Scritti a distanza di dieci anni l'uno dall'altro (il primo è del '38-'39, il secondo del '47-'48), sono diversi per intensità della narrazione, ma analoghi per comunanza d'esperienza umana. Nel Carcere Pavese segue la vita di un confinato politico, Stefano, in un paesucolo del Mezzogiorno. Nella Casa in collina le vicende personali di Corrado si intrecciano inesorabilmente ai drammatici eventi storici di Torino bombardata, la resistenza operaia, i partigiani, i fascisti. Mai come in queste pagine la tormentata riflessione intellettuale di Pavese si unisce a una lucida analisi dei personaggi e dei luoghi, in un confronto serrato tra la solitudine, il ripiegamento interiore, e l'urgenza del mondo, dei fatti che accadono intorno: il tentativo, tutto pavesiano, di una conciliazione profonda e sofferta tra il mito e la storia.

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Libri Moderni

Pirandello, Luigi <1867-1936>

Uno, nessuno e centomila / Luigi Pirandello ; introduzione di Giovanni Croci ; cronologia della vita di Pirandello e dei suoi tempi e bibliografia a cura di Corrado Simioni

Milano : Mondadori, 1967

Gli Oscar ; 99

Abstract: Vitangelo Moscarda, chiamato dalla moglie Gengè, partendo dalla scoperta di avere il naso lievemente storto, si avventura in una serie di ricerche speculative che lo porteranno alla rovina. Ma si tratta davvero della rovina? La banalissima constatazione, riguardante l’altrettanto banale difetto fisico, gli provoca la consapevolezza di essere visto e giudicato dagli altri in modi molteplici e differenti, di essere visto in “centomila” prospettive diverse e inconciliabili. Progressivamente, egli è assillato dal bisogno di scoprire un’immagine obiettiva di sé. Nel tentativo di uscire da questa situazione inizia a commettere azioni impreviste, capovolgendo le convinzioni che gli altri si sono fatti sul suo conto, scopre contraddittoriamente di saper essere crudele o generoso, disinteressato o egoista, fino a comunicare la propria “pazzia” a un’amica della moglie che durante un singolare amplesso lo ferisce con un colpo di pistola. Gengè è nei guai fino al collo, ma anche questa è una “finzione” della società alla quale si oppone. In effetti egli continua le sue ricerche in un ospizio, dove finirà a vivere il resto dei suoi giorni e nel quale scoprirà, amaramente appagato, che l’uomo è immerso in un continuo flusso durante il quale muore e rivive ogni istante; l’unica immagine possibile di sé consiste nelle cose, nella natura, nell’aria che riflettono e rendono eterna la parte veramente viva di ogni creatura. Una volta giunto a essere ritenuto pazzo, Vitangelo si dichiara soddisfatto di questa conclusione che “non conclude”, accetta di rinascere «nuovo e senza ricordi: vivo e intero… in ogni cosa fuori», totalmente escluso dalla vita sociale e dalla visione comune degli uomini. L’alienazione di Moscarda consiste nella totale scomposizione dell’io, nell’impossibilità di calarsi in un qualunque tipo di ruolo, perché la realtà muta incessantemente e nulla può interromperne il flusso. Si può tranquillamente affermare che in questo romanzo la filosofia pirandelliana trovi totale compimento e si dispieghi al massimo delle sue potenzialità. Il protagonista dell’ultimo romanzo del narratore siciliano assorbe in sé e supera tutti i personaggi presenti nei romanzi e nelle novelle dello scrittore. Non a caso il testo recupera materiali che erano andati via via accumulandosi nel corso degli anni sulla scrivania dello scrittore. L’opera è considerata un riepilogo di tutta l’attività, narrativa e teatrale di Pirandello, qualcosa di compiuto nella forma e incompiuto nella sostanza. Il romanzo «più amaro di tutti, profondamente umoristico, di scomposizione della vita» (così afferma l’autore in una lettera autobiografica) mette in scena il personaggio più “smontato” e più carico di autoconsapevolezza del mondo pirandelliano, fortemente desideroso di tornare alla freschezza dell’impressione immediata. Anche l’andamento stilistico appare involuto e franto, organizzato in un monologo ricco di interrogazioni ed esclamazioni, proprio per affermare l’impossibilità di una conoscenza organica e coerente della persona e del mondo stesso.

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Libri Moderni

Silone, Ignazio

Vino e pane / Ignazio Silone

Milano : Mondadori, 1969

Gli Oscar ; 204

Abstract: Il protagonista di "Pane e vino" di Ignazio Silone è Pietro Spina, un intellettuale comunista, che, stanco del soggiorno in terra straniera, in cui è stato costretto a emigrare, per motivi politici, ritorna in Italia, spinto dalla nostalgia della patria. Arriva nella Marsica, gravemente malato di tisi e viene riparato in un fienile da un compaesano. Eì curato da un ex compagno di liceo, ma non può fermarsi lì per lo stato di salute e per la vigilanza delle forze dell’ordine, lanciate alla sua ricerca. L’amico trova per lui un travestimento da prete e un nuovo rifugio in un borgo montano, col pretesto di trascorrervi un periodo di convalescenza e di riposo, come don Paolo Spada. Il viaggio incalesse, durante il quale attraversa attraversa il suo paese natale, si interrompe per un pernottamento nella locanda del Girasole, dove ha la ventura di essere chiamato al capezzale di una giovane donna morente. Lo Spina, raggiunge Pietrasecca e qui comincia la sua nuova vita, una vita difficile anche per il disagio procuratogli dalla veste che indossa. L’osteria , dove prende alloggio, è il luogo d’osservazione di Pietro, che studia i paesani, al fine di poter introdurre fra loro la propaganda rivoluzionaria. Egli si accorge presto di urtare contro l’ignoranza, la superstizione e l’egoismo dei cafoni. Un secondo personaggio è infatti la società contadina immatura, che è rassegnata nella propria miseria e nell'ingiustizia, come una legge fatale che grava sempre sull'esistenza dei cafoni e accoglie l'ideale di Pietro, come un "sogno", bello, ma sempre un sogno. Ci sono poi, i giovani intellettuali, gli studenti, e fra questi Pietro ha meno difficoltà a farsi capire, ma i loro entusiasmi sono superficiali. Due incontri lo confortano: quello con la figlia di un possidente decaduto, che decide di entrare in convento e con un frate umile, che condivide con lui la speranza nella realizzazione del Regno di Dio. Nell’intento di riprendere l’attività clandestina con esito migliore, Pietro scende a Fossa, dove la società era più varia, ma prima vuole ristabilire un contatto con i compagni di partito, si tratta del Partito Comunista Ialiano, a Roma, senza piegarsi a nessun compromesso che il partito gli chiede.Questo suo dissenso gli procura però l’espulsione. Rientra in Abruzzo, senza essere riuscito a trovare a Roma un compaesano, da lui cercato, col quale avrebbe voluto accordarsi per un’azione comune fra i Marsicani, Pietro subisce, però, una nuova delusione perchè la propaganda fascista e la povertà della gente congiurarono insieme per disporre le masse ad accogliere con entusiasmo la dichiarazione di guerra all’Etiopia. Dalla prostrazione fisica e morale in cui cade, lo risollevano una sua amica, presunta miracolata, l’incontro con il suo ex professore di Liceo e con il giovane studente invano cercato a Roma. All’annuncio dell’arresto di lui, don Paolo scende a Rocca dei Marsi e lungo la strada viene a sapere che il giovane &egra?e; morto per i maltrattamenti fascisti. In casa del giovane incontra la sua fidanzata e rivede la giovane miracolata, che lo avvisa, che la polizia ha scoperto la sua era identità e lo esorta a fuggire al più presto. Il finto prete si precipita allora subito a Pietrasecca, per distruggere le carte che potevano indiziarlo e si congeda dalla figlia del possidente decaduto, consegnandole un quaderno dipensieri dedicati a lei. La lettura sconvolge la ragazza e la induce a seguire, senza indugio, Pietro in fuga lungo i sentieri della montagna, coperti di neve. Il libro si chiude sulla tragica fine della ragazza, aggredita da un branco di lupi in mezzo alla furia della tormenta. Un elemento importante nel romanzo è l'autobiografismo. Pietro Spina è simile a Silone, il quale di fatto non lascia l'esilio in terra straniera se non alla caduta del fascismo, ma immagina di ritornare nella Marsica per sollevare i cafoni e rovesciare la dittatura. Per lo scrittore è molto importante la religione nella dimensione terrestre e il segno cristiano è incancellabile. La figura del socialista, inoltre, nei suoi contenuti religiosi e messianici non si differenzia molto da quella del sacerdote.

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Pavese, Cesare

La casa in collina / Cesare Pavese

Torino : Einaudi, copyr. 1948,copyr. 1998

Einaudi tascabili. Letteratura ; 34

Abstract: La casa in collina è un romanzo breve, fortemente autobiografico, che verrà pubblicato alla fine del 1948. Si fa apprezzare per il racconto, obiettivo, dell'Italia degli anni Quaranta, un Paese dilaniato e allo sbando, pieno di poveri, di disperati e di senzatetto, ma animato da una irriducibile volontà di vivere e da un oscura speranza di riscatto che gli umili intravedono nel socialismo. Stupendo è il paesaggio del Piemonte sulla cui lirica e nel contempo asciutta descrizione spesso indugia Pavese, la terra dissodata, i campi coltivati, i vigneti, i boschi, gli effluvi del suolo, la luna, la notte, il gelo invernale e il sole cocente. Spesso il paesaggio, la natura assumono un valore simbolico, correlato sovente ai vivi ricordi d'infanzia del protagonista. Un protagonista, Corrado, che è anche il narratore dell'intera vicenda e che a me è parso un personaggio particolarmente riuscito, capace di rappresentare molti dei temi e dei problemi della narrativa di Pavese: la gioventù come inquieto limbo in attesa di qualcosa di importante che deve avvenire (Si aspettava qualcosa che non veniva mai), i rapporti difficili e tormentati con le donne, una concezione dell'amore assolutamente priva di illusioni, spesso vissuto come manifestazione di opposti egoismi, il sesso come motore del rapporto uomo-donna e soprattutto la solitudine, il desiderio (A me piaceva cenar solo, nella stanza oscurata, solo e dimenticato, tendendo l'orecchio, ascoltando la notte, sentendo il tempo passare) e l'ineluttabilità dello stare soli (Succede a tutti, -continuai-, Si passano insieme dei mesi, degli anni, poi succede. Si perde un appuntamento, si cambia casa, e uno che vedevi tutti i giorni non sai nemmeno più chi sia. Tutti un bel giorno siamo soli. (...) Inutile piangere. Si nasce e si muore da soli), un pessimismo spesso quasi nichilistico (Padre, madre e figliuoli, tutto viene per caso) che permea molte pagine del romanzo.

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Volponi, Paolo <1924-1994>

Corporale / Paolo Volponi

Torino : Einaudi, 1974

Abstract: Corporale è un recupero quasi impressionistico del magma in cui si muove l'uomo che non riesce ad avere rapporti con il mondo, e qui viene fuori la qualità straordinaria di Volponi come scrittore" Alberto Moravia

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Morante, Elsa

Menzogna e sortilegio : romanzo / Elsa Morante

Torino : Einaudi, 1948

Gli Struzzi ; 72

Abstract: Scritto subito dopo la seconda guerra mondiale, la Morante con questo romanzo ha iniziato il suo lungo percorso letterario. "O impareggiabile prosapia! Mia madre fu una Santa, mio padre un granduca in incognito, mio cugino Edoardo un ras dei deserti d'oltretomba e mia zia Concetta una profetessa regina. Si fissarono così, in solenni aspetti a me familiari, le maschere delle mie futili tragedie...". Così assediata da tali "magnifiche" ombre, l'io narrante di Menzogna e sortilegio s'incammina verso la necropoli del proprio mito familiare: pari a un archeologo che parte verso una città leggendaria. Christian, fratello minore di Thomas, muore in sanatorio; la sorella Tony passa da un matrimonio all'altro, l'ultimo erede Hanno muore infine di tifo. EDITORIALE

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Libri Moderni

Benni, Stefano

La compagnia dei celestini / Stefano Benni

6. ed.

Milano : Feltrinelli, 1995

Universale Economica Feltrinelli ; 1279

Abstract: Un'oscura e crudele profezia che appare sui muri, scritta da una mano invisibile, incombe sulla ricca e corrotta terra di Gladonia. Anno 1990 e rotti: Memorino, Lucifero a Alì, gli spiriti più ribelli dell'orfanotrofio dei Celestini, fuggono per poter rappresentare Gladonia al Campionato Mondiale di Pallastrada, organizzato dal Grande Bastardo in persona, protettore degli orfani di tutto il mondo. Al loro inseguimento si lanciano Don Biffero, il priore Zopilote dal segreto diabolico, e Don Bracco, il segugio di orfani, nonché il celebre e cinico giornalista Fimicoli con il fedele scudiero-fotogarfo Rosalino. Nella fuga e nell'inseguimento si incontrano, si perdono e si ritrovano personaggi strordinari, i nove pittori pazzi Pelicorti, la bionda e misteriosa Celeste, i magici gemelli campioni da pallastrada, il re dei famburger Barbablù, il meccanico Finezza, il professor Eraclitus, l'Egoarca Mussolardi, l'uomo più ricco e fetente di Gladonia, e le numerose squadre di pallastrada provenienti da tutto il mondo, leoni africani, sciamamni, pivetes e volpette lapponi. Ma dopo l'ultimo scontro tra Celesti e Diavoli la profezia del palazzo.. EDITORIALE

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Libri Moderni

Bellonci, Maria

Tu vipera gentile ; Delitto di stato ; Soccorso a Dorotea / Maria Bellonci ; introduzione di Geno Pampaloni

Milano : Mondadori, 1977, rist. 1994

Oscar. Scrittori del Novecento, poi Oscar scrittori moderni

Abstract: Tu , vipera gentile , è un trittico di romanzi brevi : Delitto di stato (da cui è stato tratta una miniserie televisiva anni fa) , Soccorso a Dorotea , e appunto Tu vipera gentile , ispirato al biscione visconteo. Il primo è un racconto gotico dalle tinte fosche , ispirato a una leggenda mantovana , non ricavata da documenti storici , ma credibile nella trama . Nel 1623 slla corte dei Gonzaga si decide di dare giusta sepoltura alla salma di Passerino Bonacolsi , sconfitto predecessore nella signoria della città , che giace da anni in un' urna della cappella di palazzo , la leggenda dice che al possesso di questo cadavere sia legata la fortuna deiGonzaga. Da questa scoperta nascerà una catena di delitti orrendi , ovviamente nòn svelerò il finale. Il secondo , Soccorso a Dorotea , è una storia sensibile e malinconica , tratta da un fatto vero , Dorotea Gonzaga , promessa sposa di Galeazzo Maria Visconti , sospettata di essere affetta dalla gobba , malattia di famiglia ereditata dalla parentela coi Malatesta (ricordate il Gianciotto di Paolo e Francesca?) . Se la ragazza fosse effettivamente affetta dalla gobba nòn lo sappiamo , però sappiamo che morì dal dispiacere di essere abbandonata dall' innamorato , vittima della ragion di stato e di intrighi più grandi di lei. Il terzo è un affresco della storia viscontea dal XIII secolo alla metà del XIV . Usando la sua profonda cultura storica di quel periodo , la Bellonci, attraverso documenti di cronisti , poeti e novellieri , ci dà un quadro storico preciso della storia di un popolo e il dramma dell' instaurarsi di una signoria dispotica . Il libro è bellissimo , scritto divinamente e oltre a interessare e appassionare dà un' immagine realistica del tempo , dei costumi e dei rapporti interpersonali dei potenti dell' epoca , è un po' imparare la Storia divertendosi.

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Libri Moderni

Campanile, Achille

Agosto, moglie mia non ti conosco / Achille Campanile ; introduzione di Enzo Siciliano

5. ed

Milano : BUR, 1988

Biblioteca Universale Rizzoli ; 17

Abstract: Un luogo di villeggiatura sul golfo di Napoli, un gruppo di villeggianti ansioso di divertimenti, una pensioncina dove il cibo non e’ certo buono. Amori e amorazzi sullo sfondo. Un naufragio. Un’intricata vicenda di donne bellissime, dongiovanni inpenitenti, cinture di castita’, palombari… Una ridda delle piu’ incresciose avventure fino al casuale scioglimento conclusivo. Un modo ironico di rappresentare l’essenza stessa della vita della nostra societa’, un vero e proprio “antiromanzo” raccontato da Campanile con una sapienza satirica incomparabile

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Libri Moderni

Levi, Primo <1919-1987>

La chiave a stella / Primo Levi

Torino : Einaudi, copyr. 1991

Einaudi tascabili. Letteratura ; 57 - Einaudi tascabili ; 57

Abstract: Faussone, detto Tino, il protagonista di questa libro, è un operaio specializzato che si lascia alle spalle la dura esperienza della catena di montaggio alla Lancia e gira per il mondo a montare gru, ponti sospesi, strutture metalliche, impianti petroliferi. Il romanzo racconta la sua vita e il suo lavoro: una sorta di Odissea moderna con protagonista una specie di Ulisse che dall'India alla Russia, dall'Alaska all'Africa offre agli altri la sua voglia di fare e la sua tecnica e che Levi racconta con gusto e ironia, immedesimandosi nel personaggio e nelle sue avventure.

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Libri Moderni

Palazzeschi, Aldo

Sorelle Materassi / Aldo Palazzeschi

Milano : Mondadori, 1990

Oscar classici moderni ; 26

Abstract: Protagoniste sono Carolina e Teresa Materassi, due anziane sorelle ricamatrici, simili “alle agavi indistruttibili e incapaci di crescere, decrepite e bambine”. Nella grigia esistenza delle due zitelle, dedite al lavoro in compagnia della terza sorella Giselda e della serva Niobe - ” Le due ricamatrici non si movevano mai dal loro arsenale intorno al quale, a rispettosa e rispettiva distanza, si moveva tutto il resto come le stelle intorno al sole” - piomba ad un tratto il nipote Remo, rimasto orfano di madre (la defunta quarta sorella Materassi). La giovinezza, la bellezza e la disinvoltura del ragazzo spingono le zie a piegarsi ai suoi comandi, cambiando vita e bruciando in poco tempo i risparmi accumulati in anni di duro lavoro. Abbandonate dal nipote, ridotte alla miseria, le tre donne non cessano tuttavia di adorare Remo, accontentandosi di ricevere qualche cartolina e accettando anche Peggy, modernissima ragazza americana che egli ha sposato.

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Sanvitale, Francesca

Verso Paola / Francesca Sanvitale

Torino : Einaudi, copyr. 1991

Nuovi coralli ; 445

Abstract: Verso Paola In viaggio da Bolzano a Paola attraverso l'Italia: è l'esperienza delle proprie radici, della propria società, che può essere riassunto dal panorama visto attraverso i finestrini del treno

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Silone, Ignazio

Il segreto di Luca / Ignazio Silone

Milano : Mondadori, 1993

Oscar classici moderni - Oscar Guide

Abstract: Storia di Luca, ergastolano innocente, e di Andrea Cipriani che, trascurando i doveri della sua carriera politica, cerca di capire le ragioni della condanna che ha straziato la vita di un uomo. Il racconto sofferto di una ingiustizia sopportata in silenzio.

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Guglielmi, Guido

Letteratura come sistema e come funzione / Guido Guglielmi

3. ed.

Torino : Einaudi, 1967

La ricerca letteraria. Serie critica ; 1

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Pavese, Cesare

Il compagno / Cesare Pavese ; con una cronologia della vita dell'autore e del suo tempo, un'antologia critica, una bibliografia a cura di Antonio Pitamitz e una nota introduttiva al romanzo di Marco Forti.

Milano : Mondadori, 1966

Gli Oscar ; 75

Abstract: E' la storia di un giovane torinese, Pablo, che passa il suo tempo tra un'osteria e l'altra, suonando la chitarra. Da qui nascono gli incontri che egli fa con donne e uomini; ma la vicenda prende ben presto la sua strada, che si snoda attorno al rapporto con Linda, la ragazza di Amelio, il quale durante un viaggio in motocicletta ha un incidente e resta paralizzato (come nel racconto Fedeltà, scritto nel '38). La figura di Amelio compare in primo piano all'inizio, poi sembra lasciata ad un destino ormai privo di senso. Ma ecco che Amelio diventa il punto di riferimento di tutta la storia: egli svolgeva un'attività politica ben precisa, a cui Pablo non pensava e dalla quale poi Linda, che gli si è fatta amica, vorrebbe tenerlo distante. L'ambiente è quello popolare e proletario delle borgate torinesi. Ad un certo punto, infatti, s'inserisce nella vicenda un amico di Linda, Lubrani, impresario teatrale, che fa conoscere a Pablo qualche attore e gli fa scoprire la vita notturna del dopo teatro. Pablo continua a tirare avanti la propria vita senza uno scopo preciso, pur tentando di uscirne: fa il camionista, cerca in qualche modo di trovare quel senso, soprattutto per poter vivere con Linda. Nella seconda parte, Pavese sposta la vicenda a Roma, dove Pablo si trasferisce dopo la rottura con Linda. Si fa nuovi amici, ha una nuova donna che ha ereditato dal marito, morto, un negozio da ciclista. Ma soprattutto Pablo si accosta alla politica. Il romanzo cambia subito tono: dalla descrizione dell'ambiente torinese, si passa alla cospirazione politica nella periferia romana. Però per Pavese l'ambiente torinese era più importante dell'ambiente della capitale dove ha inserito la tematica principale del libro in modo che la prima parte risulta più importante della seconda parte romana. Al capoluogo piemontese era chiaramente più legato e, per esso, sentiva un interesse ben preciso, mentre per Roma, l'esposizione dei fatti risulta solo molto descrittiva. Leggendo Il compagno si resta tuttavia colpiti per come Pavese sia riuscito a raccontare la cospirazioni[...]

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Libri Moderni

Deledda, Grazia

L'edera / Grazia Deledda ; con un'introduzione all'opera un'antologia critica e una bibliografica a cura di Vittorio Spinazzola

Milano : Mondadori, 1971

Gli Oscar ; 369

Abstract: La vicenda del romanzo si svolge in un paese della Sardegna all’inizio del XX secolo. Lo sfondo della narrazione è il decadimento tanto della nobiltà sarda quanto quello economico del posto. In primo piano viene descritta la drammatica situazione economica di una famiglia aristocratica di campagna, i Decherchi. La famiglia, in origine ricca, possiede ancora alcuni poderi ma ha diversi debiti. Per sbarcare il lunario, i Decherchi sono costretti a tenere in casa ziu Zua, un lontano parente ricco, vecchio e malato. Quest'ultimo paga alla famiglia un contributo in cambio delle cure di cui ha bisogno. Ziu Zua si lamenta in continuazione di tutti membri della famiglia: le sue proteste prendono di mira soprattutto Annesa, la giovane protagonista del romanzo. È principalmente lei a prendersi cura del malato, che poco a poco diventa insopportabile. Ormai, in famiglia tutti sperano nella morte del vecchio. Nel corso del romanzo si delineano anche i contorni dell'amore tra Annesa e Paulu, uno dei componenti della famiglia Decherchi. Le loro vicende si intrecciano sullo sfondo di una situazione familiare assai complessa.

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Gadda, Carlo Emilio

L' Adalgisa : disegni milanesi / Carlo E. Gadda ; con una nota di Gianfranco Contini

Torino : Einaudi, 1973

Nuovi coralli ; 65

Abstract: Opera di Carlo Emilio Gadda (1893-1973), pubblicata da Le Monnier nel 1943, apparsa poi insieme a La Madonna dei Filosofi (e Il castello di Udine in un unico volume intitolato I sogni e la folgore nel 1955 da Einaudi, edita nuovamente a sé nel 1963 sempre da Einaudi e nel 1973. Il "disegno" che chiude e dà il titolo al libro si incentra sulla vivida figura di Adalgisa, ex cantante lirica di teatri popolari che è riuscita con ammirevole tenacia a coronare il suo sogno di un rispettabile matrimonio con il solerte ragioniere Carlo Biandronni, entrando a far parte di una foltissima schiera di famiglie della borghesia milanese tra di loro variamente imparentate, sollevando le ire e le critiche delle esponenti più anziane, gelose custodi dei gradi sociali. Raccontando il "romanzo" della sua vita alla cognata Elsa, giovane e bella creatura in cui Adalgisa rivede, con un misto di invidia e di compiacimento, se stessa giovane, la ormai vedova Biandronni traccia un quadro della società milanese del tempo che ha nell'amato Carlo un tipico esponente. L'ardente passione del marito, reduce della guerra di Libia, per tutti i minerali in genere, e per i coleotteri e gli scarabei in particolare, non è che un riflesso di quel positivismo che, come l'autore esemplifica in una lunghissima e fondamentale nota influenzò la società milanese tra il vecchio e il nuovo secolo, in tutti gli aspetti più superficiali.

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Sciascia, Leonardo

Candido : ovvero: Un sogno fatto in Sicilia / Leonardo Sciascia

Torino : Einaudi, 1977

Nuovi coralli ; 192

Abstract: Candido Munafò nasce in una grotta della Sicilia la notte dello sbarco degli americani, nel 1943. E questo romanzo ci fa seguire le vicende della sua vita sino al 1977 in una serie di capitoletti che rimandano a quelli del Candide di Voltaire. La forma del conte philosophique, particolarmente congeniale a Sciascia, gli permette di prendere la giusta distanza - e dà un passo leggero, aereo a questo libro, che per altro è forse il più intimo e segreto fra tutti i suoi romanzi. "Le cose sono sempre semplici" mormora talvolta Candido. E sarà appunto il suo desiderio di nominare le cose con il loro nome a procurargli varie disavventure. Questo giovane mite, testardo e riflessivo finisce per apparire, agli occhi del mondo, come un "piccolo mostro".

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Tarchetti, Iginio Ugo

Fosca / Iginio Ugo Tarchetti ; prefazione di Folco Portinari

Torino : Einaudi, 1971

Classici Ricciardi ; 1

Abstract: Fosca è considerata la prova migliore di Tarchetti, uno dei principali esponenti della Scapigliatura milanese, che lavorò a questo romanzo fino alla morte per tifo, avvenuta il 25 marzo 1869. Non riuscì però a completarlo: stese i due capitoli conclusivi, ma la parte mancante, la notte d’amore di Giorgio e Fosca, venne scritta dall’amico Salvatore Farina per permettere la pubblicazione dell’opera, che uscì a puntate sul «Pungolo», quello stesso anno. La vicenda, nella finzione narrativa, trae origine da un manoscritto (espediente manzoniano) in cui Giorgio, un giovane ufficiale, racconta in prima persona le passioni amorose, risalenti a cinque anni prima, che hanno profondamente segnato la sua vita. Egli, ritiratosi dalla vita militare a causa di una malattia al cuore, si reca a Milano dove incontra Clara, una donna giovane e bella, sposata, con la quale vive una intensa relazione d’amore. Dopo appena due mesi di inebriante felicità, Giorgio, risanato nel corpo e nello spirito, viene richiamato in attività e destinato a una monotona cittadina di provincia circondata da una landa desolata. Qui avviene l’incontro con Fosca, la cugina del suo colonnello, donna di orribile magrezza, consunta da una non meglio identificata malattia psicofisica. Da questo momento, mentre l’immagine di Clara diviene via via più remota, Fosca entra sempre più prepotentemente nella vita e nella mente di Giorgio, fino a contagiarlo con il suo morbo. Il tema dell’amore è presente nel romanzo secondo due modelli contrapposti: da una parte quello romantico, con l’adulterio che assume il valore di conflitto con le regole sociali, dall’altra, il modello, tipico della Scapigliatura, dell’amore visto nei suoi risvolti morbosi, patologici, associato alla malattia e alla morte. È così, infatti, che Tarchetti-Giorgio descrive il rapporto con Fosca: «Più che l’analisi di un affetto, che il racconto di una passione d’amore, io faccio forse qui la diagnosi di una malattia. Quell’amore io non l’ho sentito, l’ho subito». Ed è di questo amore che il protagonista vuole scrivere, dell’altro non parlerà «che pel contrasto spaventoso che ha formato col primo»: le parti che fanno capo a Clara, infatti, sono soltanto brevemente evocate, come ricordi sereni ma statici, chiusi, di un tempo felice. Il contrasto fra le due donne, che attiene non solo al loro aspetto fisico, ma altresì alla realtà che le circonda, è messo in evidenza già nel modo in cui ci vengono presentate. Clara, giovane, serena, d’una bellezza florida e sana, sembra permeare di sé tutti gli elementi che interagiscono con lei. Il rapporto Giorgio-Clara è raffigurato sulla pagina come una sorta di cammeo, dove tutto è perfetto e in sé compiuto: il tempo è quello della primavera, gli spazi sono quelli aperti di prati in fiore attraversati da limpidi ruscelli, oppure quelli chiusi di una capanna disabitata, “il loro tabernacolo”, custode della loro intimità. Clara rappresenta la luce e la vita, è colei che con la sua forza e insieme la sua dolcezza risana e rigenera: emblematica è a questo proposito l’assimilazione tra la bellezza di lei e quella che doveva aver avuto la madre di Giorgio quand’egli nacque. L’entrata in scena di Fosca, invece, è preceduta da un alone di inquietante mistero che induce nel lettore una crescente suspense: ci viene presentata attraverso le parole del cugino, del medico, ma intanto è lì, in absentia, il suo posto a tavola, sempre accanto a quello di Giorgio, contrassegnato da un fiore. Prima ancora di “vederla”, poi, assistiamo improvvisamente alla parossistica manifestazione della sua terribile malattia: urla acute, strazianti e prolungate echeggiano nella sala e richiamano alla mente di Giorgio, per la prima volta, l’idea della morte. Infine Fosca appare, straordinariamente orribile e insieme intensamente attraente: la descrizione del volto, con gli zigomi e le ossa delle tempie spaventosamente sporgenti, rimanda all’immagine di un teschio; il pallore del volto contrasta con i capelli d’ebano, folti e lucentissimi, e con gli occhi grandi, nerissimi e vividi; la sua persona, alta e scheletrica, prodotto del dolore fisico e delle malattie, ha però una grazia e un’eleganza sorprendenti. Fosca incarna la malattia, che contagia l’altro e ne assorbe le forze vitali, dietro alla quale si cela la morte, evocata attraverso immagini di sapore espressionistico, violentemente contrapposte: l’orrore che quel corpo già incadaverito suscita nel protagonista mentre lo avvinghia come se volesse trascinarlo con sé nella tomba, e il fascino che, nelle scene notturne, promana da quel volto come trasfigurato. Ciò che rende Fosca attuale per il lettore moderno è, in ultima analisi, l’inquietudine che l’attraversa, il dubbio, le dicotomie fra le opposte realtà della vita e dell’io, espresse non solo nello sdoppiamento Clara-Fosca, ma anche nella duplicità che caratterizza Fosca in se stessa: l’oscillazione continua fra logica e desiderio, razionale e irrazionale, luce e ombra.